È morto prima di raggiungere l’ospedale, dopo essere stato colpito da un proiettile sparato dalle guardie di frontiera bulgare nei pressi di Sredets, città a confine con la Turchia. È accaduto ieri notte a un profugo afghano che cercava di entrare in Bulgaria insieme ad altri 47 connazionali. Secondo quanto riferito da fonti interne al governo di Sofia, i migranti – tutti uomini, alcuni dei quali armati – non avrebbero obbedito all’intimazione degli agenti di tornare indietro. Le autorità bulgare hanno aperto un’inchiesta per chiarire se la vittima sia stata uccisa intenzionalmente o solo di rimbalzo da proiettili sparati in aria per avvertimento. Informato dell’incidente, il primo ministro bulgaro Boyko Borisov ha lasciato immediatamente Bruxelles, dove era in corso un vertice straordinario del Consiglio europeo sul tema dell’immigrazione.
Ue-Turchia, via libera all’accordo. Nelle stesse ore in cui – per la prima volta in questi mesi di crisi migratoria – un profugo moriva nel tentativo di attraversare una frontiera, la Commissione europea stava negoziando con la Turchia sulla gestione del flusso dei migranti. Dopo ore di trattative, l’intesa è stata raggiunta: si tratta di un accordo condizionato che impegna il Paese a non far uscire dai propri confini i profughi in viaggio verso l’Unione europea. La Turchia ha inoltre concordato di impegnarsi nella lotta ai trafficanti di esseri umani e di adottare misure più efficaci per aiutare i migranti che fuggono dalla Siria attraverso il mare. In cambio l’Ue – che ha già promesso aiuti alla Bulgaria per la gestione dei suoi confini – concederà ad Ankara i fondi necessari, accelerando i lavori per revocare le restrizioni sui visti dei cittadini turchi che viaggiano in Europa. Resta aperta invece la questione del meccanismo permanente di ricollocamento dei rifugiati – uno dei punti chiave della futura politica europea sull’immigrazione – che ha incontrato l’opposizione di Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca. Tuttavia, «c’è un’opinione largamente condivisa sul fatto che i migranti dovrebbero essere ospitati più vicino ai loro Paesi di provenienza piuttosto che mantenerli nei nostri Paesi – ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel – E questa è stata una discussione molto produttiva».
Scontro Renzi-Tusk. L’accordo raggiunto con la Turchia è «un passo importante per affrontare la crisi dei migranti», ha detto il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, congratulandosi con il presidente della Commissione Jean Claude Juncker per il «grande lavoro» svolto. Il premier Matteo Renzi non ha però mancato di criticare duramente il presidente Tusk per le parole pronunciate lo scorso 6 ottobre al Parlamento di Strasburgo nei confronti dell’Italia, da lui paragonata all’Ungheria nella gestione dei migranti. «Le frasi scappate al presidente Tusk – ha detto Renzi – non sono state rispettose degli sforzi del popolo italiano, che in questi mesi ha fatto un lavoro straordinario, salvando decine di migliaia di persone». Sul vertice europeo di ieri notte Renzi ha poi concluso: «È stato un consiglio che sancisce il punto che avevamo detto: sulla politica dell’immigrazione l’approccio italiano è l’approccio giusto e da questo punto di vista siamo molto contenti».
Alessandra Aurilia