Russian opposition leader Alexei Navalny (R) during a judicial sitting in Tverskoy court in Moscow, Russia, 27 August 2018. ANSA/YURI KOCHETKOV

Navalny, Tajani sulla morte "Un omicidio, il Cremlinoha responsabilità enormi"

Farnesina convoca ambasciatore russo Londra sanziona 6 funzionari

ROMA – “Si può morire per mano di un killer o per morte procurata. Provocarla direttamente o meno è sempre comunque un omicidio. Il Cremlino ha una responsabilità enorme”. Così il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervenuto all’Ansa Forum, sulla morte in carcere di Alexei Navalny. Il ministero degli Esteri italiano chiede che  sia fatta piena chiarezza e per questo motivo nelle scorse ore la Farnesina ha convocato l’ambasciatore della Federazione Russa in Italia Alexey Paramonov. Immediata la risposta dell’ambasciata: “La morte di Navalny è una questione interna che riguarda solo la Russia, che sta effettuando le perizie e gli accertamenti necessari per individuare le cause reali dell’incidente”, si legge in una nota, dove si parla di strumentalizzazioni “inaccettabili”.  

Le indiscrezioni sulla morte

Intanto, mercoledì 21 febbraio il Times, ha rivelato che Navalny potrebbe essere morto a causa di un “pugno al cuore”, dopo essere stato per ore al freddo e al gelo. Ancora senza risposta l’appello della madre di Alexei Navalny, Lyudmila Navalnaya, che ha più volte chiesto la restituzione della salma. Richieste che hanno portato ad un vero e proprio ricorso che sarà esaminato il prossimo 4 marzo a porte chiuse dal tribunale della città artica di Salekhard.

Il socio di Navalny

Continuano le reazioni internazionali alla morte dell’oppositore russo. Il governo britannico di Rishi Sunak ha annunciato di aver imposto sanzioni su sei funzionari russi, additati come presunti responsabili della morte in carcere di Navlany. Leonid Volkov, capo dello staff della Fondazione Anticorruzione di Navalny, collegato con la Commissione Affari Esteri del Parlamento Europeo, ha criticato la scelta: “Londra ha sanzionato sei persone, staff della colonia penale, che non avrebbero mai viaggiato nel Regno Unito e non hanno beni all’estero: ora ridono di queste sanzioni e anche Vladimir Putin. (…) Se volete onorare la memoria di Alexei, colpite gli amici di Putin, sequestrate i loro asset”.

La Russia si scaglia contro Yulia Navalnaya

Intanto, per il Cremlino, la moglie dell’oppositore russo morto, Yulia Navalnaya, è ora il nuovo nemico da colpire. Sui social l’opera di demolizione è già iniziata. Come rivela la Repubblica, circolano documenti taroccati, commenti fake, vecchie foto decontestualizzate e gossip infondati. Tutto pur di screditarla ora che ha annunciato di voler raccogliere il testimone del marito.