epa07943128 A pro EU campaigner outside Parliament in London, Britain, 23 October 2019. British Prime Minister Boris Johnson has paused his Brexit deal after losing a crucial vote in Parliament on 22 October. EPA/ANDY RAIN

Brexit, rinvio al 31 gennaioc'è l'ok dell'Unione europeaUK verso nuove elezioni

Prima Corbyn vuole escludere no deal Sassoli: "Ora risolvano i loro problemi"

“I 27 Paesi Ue hanno deciso di accettare la richiesta del Regno Unito di una ‘flextension‘ fino al 31 gennaio 2020: la notizia la comunica su Twitter il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. “La decisione – si legge nel messaggio – sarà formalizzata con una procedura scritta”. Con questo annuncio si va ufficialmente verso un’ulteriore proroga della scadenza della Brexit. Superata dunque la reticenza del presidente francese Emmanuel Macron, da sempre contrario a rinvii lunghi, che avrebbe voluto dare solo un mese di tempo al Regno.

“Avevo già detto di accettare l’idea della proroga, perché se vogliamo salvare l’accordo bisogna dare la possibilità al Parlamento britannico e alle istituzioni di risolvere i loro problemi – ha spiegato David Sassoli, presidente del Parlamento Ue, nel corso della sua visita alla Comunità ebraica di Roma – e accettare quell’accordo che già il Consiglio europeo ha accettato e quindi è indispensabile in questo momento”.

Nel frattempo ricomincia, al Parlamento di Westminster, la partita a scacchi sulla convocazione delle elezioni anticipate. Il premier Boris Johnson riproporrà, nel pomeriggio, la mozione per cercare di ottenere il via libera allo scioglimento della Camera dei Comuni il 6 novembre, con l’obiettivo di tornare al voto il 12 dicembre. Attualmente Johnson non ha il quorum dei due terzi per farla passare: gli servono i voti dell’opposizione laburista, ma Jeremy Corbyn gli ha chiesto di impegnarsi ufficialmente a escludere un no-deal anche per il futuro.

Intanto i LibDem e gli indipendentisti scozzesi, anche loro all’opposizione, hanno offerto una via alternativa per le elezioni: una legge ordinaria, da approvare entro giovedì e per la quale basterebbe la maggioranza semplice. In questo caso il voto sarebbe il 9 dicembre, non il 12, e non ci sarebbe il tempo per un ultimo tentativo pre-elettorale del governo di far ratificare a Westminster l’accordo di divorzio raggiunto da Johnson.

Tommaso Coluzzi

Tommaso Coluzzi è nato e cresciuto a Roma, ha ventiquattro anni, un sacco di macchinette fotografiche ed una laurea in Comunicazione. Ama scrivere di tutto e si interessa, in ordine sparso, di dinamiche culturali internazionali, cinema, musica e tutto ciò che è catalogabile in ambito artistico