epa06275957 (L-R) German Chancellor Angela Merkel, British Prime Minister Theresa May and French President Emmanuel Macron chat prior to the start of the first day of the European Council in Brussels, Belgium, 19 October 2017. European leaders meet in Brussels on 19 and 20 October 2017 to discuss most pressing issues, including migration, defence, foreign affairs and digitalisation and to review the latest developments in the negotiations following the United Kingdom's notification of its intention to leave the EU. EPA/OLIVIER HOSLET

Brexit, la May chiede aiutoall'Unione Europea Merkel: "Pochi progressi"

Parlamento Ue ribadisce la sua posizione Tajani: "i cittadini vanno tutelati"

La Premier britannica Theresa May chiede una mano all’Europa. “Aiutatemi a difendermi dalle critiche della Gran Bretagna” è l’appello che ha rivolto ai Capi di stato Ue durante la cena della vigilia del vertice a Bruxelles. La May ha chiesto espressamente di velocizzare i negoziati e superare la fase di stallo della trattativa sulla Brexit. Portare dunque a casa un risultato concreto alla fine della riunione dei capi di stato, in modo da poter uscire dall’empasse in cui la premier si trova e muoversi più agilmente tra gli attacchi politici che subisce in patria.

La richiesta è stata però gelata dalla cancelliera tedesca Angela Merkel che arrivando al vertice ha affermato: “Il discorso di May non ha cambiato la mia posizione”, ribadendo che i negoziati sono “un processo graduale che non si completerà in poche settimane”. Entrando nella sala dei lavori c’è stato un piccolo colloquio a tre tra Merkel, Macron e May, ma i risultati aspettati da quest’ultima si sono concretizzati in un nulla di fatto.

A fare da eco alla Cancelliera c’è il Presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani. “I progressi non sono soddisfacenti, è soddisfacente invece il tono diverso della premier May. Ma aspettiamo di vedere la trasformazione del tono più flessibile in atti più concreti”.

Il riferimento di Tajani è l’apprezzamento che il Parlamento Europeo ha rivolto alla lettera aperta che il Primo Ministro inglese ha indirizzato a tutti gli europei residenti in Gran Bretagna. Ma il Presidente non ha nascosto le sue perplessità: “non è effettivamente ancora chiaro che cosa voglia fare a parte gli inviti a rimanere”. La conclusione dunque di Tajani è che finché non avrà la certezza che i cittadini dell’Unione potranno mantenere i loro diritti acquisiti sul suolo inglese, si vedrà costretto a votare contro qualsiasi ipotesi di accordo.

Intanto Theresa May si dice ottimista. Rispondendo a una domanda in conferenza stampa, la premier ha sottolineato che sarebbe “irresponsabile non guardare all’eventualità di cosa succederebbe senza un accordo” e che anche gli altri leader dell’Unione credono che questo sia presto raggiungibile.

Giulia Torlone

Aquilana di nascita, si è laureata in Italianistica e vive a Firenze. Ha lavorato nel settore della cooperazione internazionale occupandosi di ufficio stampa. Redattrice su temi di diritto alla cittadinanza e giustizia sociale, ha concentrato il suo lavoro sui Paesi del bacino del Mediterraneo.