(FILE) - Britain's Prime Minister Theresa May gives a press briefing at the end of article 50 session at the European Council in Brussels, Belgium, 21 March 2019 (reissued 24 March 2019). According to reports in some British Sunday newspapers and online media, the Prime Minister could be replaced by an interim leader who would lead the UK through Brexit. The reports say that cabinet ministers plan to oust May as prime minister and replace her with a 'caretaker leader' until a proper leadership competition takes place later in the year. EPA/OLIVIER HOSLET

Brexit, voci di dimissioni per la premier Theresa MayOggi un vertice di governo

La sterlina perde 0,2% con il dollaro Incognita pesa anche su indici asiatici

Mentre si rincorrono le voci su una possibile richiesta di dimissioni della premier Theresa May da parte dei componenti del suo stesso governo per come è stata gestita la partita sulla Brexit, i mercati valutari iniziano una nuova settimana. Se l’euro scambia a 1,13 dollari, in sostanziale equilibrio (+0,22%), la sterlina perde invece quota lasciando per strada lo 0,2% nello scambio con la moneta statunitense.

Nel frattempo l’incognita Brexit pesa anche sugli indici asiatici. In apertura il Nikkei 225 è sceso del 3,2% a 20.930 punti. Il Composite di Shanghai ha perso l’1,1%. Male anche Hong Kong e la Corea del Sud.

Ieri il ministro britannico delle Finanze Philip Hammond ha sottolineato a Sky e a Reuters come “uscire dall’Europa senza un accordo sarebbe catastrofico per il Regno Unito e per la sua economia”.

Questa mattina a RTL il commissario dell’Unione europea agli Affari economici e finanziari Pierre Moscovici ha sostenuto di essere “convinto che possiamo evitare una Brexit senza accordo e penso che la eviteremo”.

Intanto oggi la May ha riunito il suo governo per provare a uscire dallo stallo dopo il rinvio accordato dall’Ue. Secondo Itv si tratta di un vertice informale di partito. Inoltre dalla rete televisiva filtra un’altra versione della storia. Sarebbe stata infatti la May stessa a dirsi pronta alle dimissioni se i ribelli brexiters appoggeranno la ratifica dell’intesa di divorzio da lei raggiunta con Bruxelles. La Camera avrebbe poi in cantiere una serie di proposte alternative all’ipotesi terzo voto sull’accordo già bocciato due volte. Queste vanno da un piano B per una Brexit più soft, al no deal e infine a un referendum bis.

Diana Sarti

Nata a Roma nel 1995, si è laureata in scienze politiche alla Luiss. Scrive soprattutto per il web, con particolare attenzione agli esteri. Appassionata di teatro e Giochi olimpici, ha scritto spesso di nuoto e atletica leggera. Viaggiatrice da sempre e poliglotta, parla cinque lingue.