Agenti della polizia belga fuori l'ospedale dov'è deceduto l'attentatore | Foto Ansa

Bruxelles, ucciso terroristaDopo sparatoria con poliziaCaccia a due complici

Omicida viveva illegalmente in Belgio Era stato a Genova e Bologna di recente

BRUXELLES – È morto Abdesalem Lassoued dopo uno scontro a fuoco con la polizia belga, l’uomo sospettato di aver sparato e ucciso con un kalashnikov due persone ieri sera nel centro di Bruxelles. Era stato individuato questa mattina a Schaerbeek – quartiere di Bruxelles densamente popolato da nordafricani -, dopo una fuga durata tutta la notte. Un testimone lo avrebbe riconosciuto in un bar e all’arrivo delle forze dell’ordine ci sarebbe stato uno scontro a fuoco dove l’attentatore è rimasto colpito. La polizia è sulle tracce di altre due persone coinvolte nell’attacco non escludendo che ci si possa trovare davanti ad una piccola cellula terroristica. Intanto a Bruxelles resta attivo il livello 4 di allerta ovvero quello di ”minaccia elevata”.

Aumenta l’allerta in Europa

L’Europa piomba nuovamente sotto l’allerta terroristica e il Parlamento Europeo alza il livello di allerta per i suoi dipendenti, consigliando loro il lavoro telematico. Al grido di “Allah akbar” ieri sera  Abdesalem Lassoued ha aperto il fuoco uccidendo due tifosi svedesi che si dirigevano verso lo stadio Re Baldovino. La partita tra Belgio e Svezia è stata sospesa per motivi di sicurezza e poi annullata dopo il rifiuto dei giocatori scandinavi di tornare in campo. I tifosi sono stati trattenuti all’interno dello stadio per diverse ore riportando alla memoria quanto accaduto negli attentati in Francia del 2015 allo Stade France.

L’identikit dell’omicida

L’attentatore è un 45enne “di origine tunisina e soggiornava illegalmente” nel Paese. Secondo la segretaria di Stato del Belgio per l’Asilo e la Migrazione, Nicole de Moor l’uomo “si era visto respingere la domanda di asilo” ma poi “era sparito dai radar” delle autorità belghe. Dai video caricati sul suo account Facebook – ora oscurato – l’attentatore era stato anche a Genova nel 2021 e a Bologna nel 2016. Proprio la Digos sta indagando su uno di questi video girati che lo ritrae in Piazza Della Vittoria, nel centro di Genova, durante un soggiorno probabilmente mentre si dirigeva in Francia. 

“Sono un Mujahid dello Stato Islamico, che vi piaccia o no. Viviamo per la nostra religione e moriamo per questa stessa religione”, avrebbe detto l’uomo in arabo nel video di rivendicazione dell’attacco pubblicato su Facebook poche ore dopo il duplice omicidio.

 

Lorenzo Urbani

Laureato in Media, comunicazione digitale e giornalismo alla Sapienza, sono giornalista pubblicista dal luglio 2020. Da un anno faccio parte del team di telecronisti per la redazione di Gianluca Di Marzio. Appassionato di tutti gli sport con il sogno di raccontare, un giorno, una finale di Champions League.