HomeEconomia Salario minimo in Italia, la proposta di legge arriva alla Camera

Salario minimo in Italia
la proposta di legge
arriva alla Camera

Depositata a luglio dall'opposizione

Contrari centrodestra e Italia Viva

di Beatrice Subissi17 Ottobre 2023
17 Ottobre 2023
salario minimo

ROMA – Il salario minimo arriva oggi alla Camera per l’analisi del testo. La proposta di legge delle opposizioni per un salario minimo legale a 9 euro l’ora, infatti, era stata depositata a inizio luglio, con le firme di Movimento 5 stelle, Pd, Alleanza Verdi-Sinistra, +Europa e Azione. Tra le opposizioni si era tirato fuori solo il partito di Matteo Renzi Italia Viva. A metà agosto, Giorgia Meloni aveva rimandato la questione al Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro (Cnel) che ha bocciato la proposta dell’opposizione. Secondo il presidente del Cnel, Renato Brunetta, bisogna puntare sul rafforzamento della contrattazione collettiva, “l’unica garanzia per un mercato del lavoro efficiente, equo”. Questo ha permesso anche alla premier Meloni di ribadire che, secondo il governo, il salario minimo non è la soluzione al problema del lavoro povero.

La proposta di legge delle opposizioni

La proposta ha in tutto 8 articoli. Il testo stabilisce che tutti i contratti collettivi dovrebbero adattarsi al nuovo Trattamento economico minimo di 9 euro l’ora entro il 15 novembre 2024. Questo darebbe tempo a sindacati e datori di lavoro per mettersi d’accordo sulle nuove condizioni di lavoro, partendo da un minimo orario di 9 euro lordi. L’articolo 2 spiega che “la retribuzione complessiva adeguata e sufficiente dovuta a tutti i lavoratori ai sensi dell’art. 36 della Costituzione è data dal Trattamento economico complessivo comprendente non solo il Trattamento economico minimo “, cioè la paga che sarebbe fissata a 9 euro l’ora come minimo, “ma anche gli scatti di annualità, le retribuzioni aggiuntive e le indennità contrattuali fisse e continuative, previste dal contratto collettivo, sottoscritto per il settore di effettiva attività aziendale dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative”.

I partiti contrari

Fino a ora si sono sempre detti contrari i partiti della maggioranza: Lega, fratelli d’Italia e Forza Italia. I quali hanno più volte ribadito che la per il lavoro povero sarebbe invece allargare e potenziare la contrattazione collettiva, oltre a incentivare le aziende.

La visione dei sindacati e dei datori di lavoro

Nonostante un’incertezza inziale, difendono la proposta anche i due sindacati confederali, Cgil e Uil. Fino a poco tempo fa, infatti, i loro rappresentanti sostenevano che non ci dovesse essere una legge a stabilire il giusto salario, perché è compito delle parti sociali stabilire un salario minimo al momento del rinnovo dei contratti nazionali. Attualmente, però, la situazione è cambiata, Cgil e Uil si sono mostrati favorevoli al salario minimo votando contro il testo di Cnel che ha bocciato la proposta delle opposizioni. Tra i sindacati confederali, la Cisl è l’unico che si è opposto al salario minimo. Il suo segretario, Luigi Sbarra, sostiene che un soglia minima applicata a una legge sul salario non basta a risolvere il tema della povertà lavorativa. Pur avendo votato a favore del testo del Cnel, Confindustria, associazione degli industriali, si è detta invece non interessata alla questione perché, come ha sottolineato più volte il presidente Carlo Bonomi, la soglia dei 9 euro lordi l’ora sarebbe più bassa di tutti i contratti applicati da Confindustria

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