Intervento di Romano Prodi, durante la 2/a edizione de "Il Messaggero dell'Economia, Convegno"Obbligati a crescere-L'Europa dopo la Brexit", Roma, 9 novembre 2017. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Romano Prodi si smarcadagli scontri a sinistra"Non torno in campo"

L'ex premier preoccupato per le sorti dell'Italia e della nuova legislatura

Romano Prodi non si lascia trasportare dall’ondata di crisi che sta affrontando la sinistra italiana. È quanto emerge da un colloquio pubblicato oggi da Repubblica tra l’ex presidente del Consiglio e Marco Damilano, in cui il fondatore dell’Ulivo si tira fuori dallo scenario politico.

Nonostante sia alto il rischio di elezioni politiche disastrose per il centrosinistra, l’ex premier non assicura il suo impegno e non si fa corteggiare da chi invoca il suo nome. Primo tra tutti Andrea Orlando, che gli ha chiesto una presa di posizione a seguito delle regionali in Sicilia. Questo perché «se dicessi anche una sola sillaba, verrebbe interpretato come un mio desiderio di tornare in campo», ha affermato Prodi.

In realtà, pochi mesi fa, era balzata l’idea di dar vita a un nuovo Ulivo. Una grande alleanza stipulata dal Pd di Matteo Renzi e da Campo Progressista di Giuliano Pisapia, ma anche dagli scissionisti di Mdp – tranne Massimo D’Alema. Una strategia per raggiungere il premio di maggioranza che sarebbe scattato dopo il 40% e previsto dal Consultellum, la legge elettorale di quel momento. Con Renzi, però, dopo un tentativo l’accordo si è congelato.

La preoccupazione di Prodi, comunque, non riguarda esclusivamente il centrosinistra, bensì l’intero Paese. «Quale progetto ha l’Italia in Europa, nel Mediterraneo? Ne parlerà qualcuno nella prossima campagna elettorale? – sono alcune perplessità sollevate dal professore, che ha continuato – Qualche giorno fa un investitore di un importante fondo di Singapore mi domandava notizie su quello che succederà, ma tutto questo nel dibattito non entra, non esiste».

Prodi, inoltre, non si è espresso sul Rosatellum. Ma trapela scetticissimo, almeno secondo le dichiarazioni del suo fedelissimo Arturo Parisi: «Con la nuova legge elettorale non ci saranno coalizioni, ma al massimo apparentamenti». Aggiungendo: «Ci riproveranno a chiedere l’appoggio di Romano. Ma non c’è più tempo. E non c’è fiducia. Renzi non si fida troppo di noi e noi non ci fidiamo di lui».

Nei prossimi giorni, non è da escludere un pressing sia da parte del segretario del Partito democratico che dai bersaniani. Per ora, però, non si vede nemmeno l’ombra di una coalizione.

Rossella Melchionna

È nata ad Ariano Irpino (AV) il 17/11/1991. Dopo aver conseguito la laurea magistrale in Scienze dello spettacolo e della produzione multimediale presso l’Università degli studi di Salerno, collabora con due testate cartacee, "Segnocinema" (bimestrale di teoria e critica del cinema) e "Il Mattino" (quotidiano, edizione Avellino).