epa08444169 (FILE) - Macau gambling tycoon Stanley Ho (L) and wife Angela look away after they attended his casino flagship Sociedade de Jogos de Macau Holdings limited (SJM) IPO investors luncheon in Hong Kong, China, 23 June 2008 (reissued 26 May 2020). Ho, who spurred Macau to surpass Las Vegas and become the world's most lucrative gambling destination, died aged 98 at a hospital in Hong Kong. EPA/YM YIK

Kerosene, crimine e azzardoMuore a 98 anni Stanley HoIl re dei casinò di Macao

Lascia beni per 6,4 miliardi di dollari E 17 figli pronti a reclamarne l'eredità

Stanley Ho si è alzato definitivamente dal tavolo da gioco. Il re dell’azzardo di Macao è morto: “Mio padre è passato serenamente a miglior vita”, ha detto la figlia Pansy ai cronisti assiepati all’Hong Kong Sanatorium and Hospital.

A capo di una holding da almeno 6,4 miliardi di dollari (secondo la rivista Forbes), Ho è riuscito a trasformare Macao, dall’insignificante e minuscola colonia portoghese di allora, alla macchina da soldi che è oggi, Regione amministrativa speciale cinese. Come? Grazie ai casinò.

Li ha fatti diventare più moderni e lussuosi, tanto che nel 2006 Macao ha sorpassato addirittura i guadagni di Las Vegas. In particolare, Ho ha fatto fortuna con le licenze del gioco e con un particolare sistema di finanziamento dei giocatori, che è noto a Macao come il sistema «Vip Junket», in base al quale gli intermediari agiscono per conto dei casinò estendendo il credito ai giocatori d’azzardo e assumendosi la responsabilità della riscossione dei debiti.

Nato nel 1921 in una ricca famiglia di Hong Kong, per metà cinese e metà europea, all’età di 21 anni fugge nella neutrale Macao dopo l’invasione giapponese della colonia britannica, durante la Seconda guerra mondiale. E a Macao ha iniziato a commerciare di tutto, dal cherosene agli aeroplani. Per poi investire i profitti nei casinò.

Con il passaggio di sovranità dal Portogallo alla Cina, nel 2002, le autorità cinesi hanno messo fine al monopolio di Ho sui casinò a Macao. Ma la SJM Holdings, la società da lui fondata, resta una delle principali in Asia: 21 casinò nell’ex colonia portoghese e molti altri nel continente asiatico, incluso uno in Nord Corea.

Non sono mancate le accuse di legami con il crimine per il ricco uomo d’affari. Nel 2010, un report dell’autorità del New Jersey per il gioco d’azzardo ha scoperto che le stanze riservate ai VIP all’interno dei casinò di Stanley Ho “permettevano al crimine organizzato di entrare nel giro delle scommesse”. Ma tutte le accuse non sono mai state provate. Ma altri tipi di guai hanno visto coinvolto il re dell’azzardo di Macao.

Qualche anno fa ha rischiato il tracollo economico, per colpa non della crisi quanto per una delle tante storie d’amore della sua vita: con un abile giro di trasferimento di azioni infatti, la sua terza moglie era riuscita a sottrargli una rocca fetta del suo patrimonio, poi recuperati a fatica. Di donne ne ha avute tante Stanley Ho: quattro mogli e ben 17 figli (ma si mormora di altri, più o meno legittimi). Che ora inizieranno a lottare per l’eredità. Sono aperte le scommesse su chi vincerà.

Alessandro Rosi

Il basket lo appassiona mentre la scrittura lo emoziona. Nato a Roma nel 1989, intraprende la carriera giuridica fino ad ottenere l’abilitazione alla professione forense, ma nel frattempo viene stregato dal mondo del giornalismo. Come dice John Lennon: “La vita è ciò che ti succede mentre stai facendo altri progetti”.