Dal meeting degli Amici della Siria a Roma si attende un incremento di aiuti alimentari e il supporto militare ai ribelli

Oggi a Roma si decide il ruolo della comunità internazionale nei confronti della crisi siriana. Si terrà infatti nella capitale italiana la riunione degli Amici della Siria, l’organizzazione diplomatica internazionale che si riunisce periodicamente per discutere della drammatica situazione siriana alla ricerca di una soluzione diplomatica.

La riunione di Roma è particolarmente importante poiché dovrebbe portare all’incremento di cibo e medicinali nelle aree controllate dall’opposizione e soprattutto alla decisione di garantire addestramento militare e di fornire veicoli corazzati ed equipaggiamento per la visione notturna ai ribelli. L’aiuto nei confronti dell’opposizione si concretizzerebbe così finalmente in un effettivo dispiegamento di strumenti sul campo.

La formazione del collettivo diplomatico a sostegno dell’opposizione siriana. L’organizzazione degli Amici della Siria, nata in risposta al veto di Russia e Cina nei confronti della risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu che condannava il regime siriano, si è riunita per la prima volta a Tunisi nel febbraio 2012. Da allora i Paesi aderenti all’organizzazione, che sono diventati 93, si sono incontrati altre tre volte, a Instanbul, Parigi e Marrakesh.
Al vertice di Roma parteciperà anche la Coalizione nazionale siriana, l’organizzazione che riunisce i gruppi di opposizione al regime di Assad, e che inizialmente aveva minacciato di boicottare la riunione a causa della “frustrazione per il silenzio del mondo nei confronti della violenza in Siria”, come aveva dichiarato Ahmed Moaz al-Khatib, il presidente della Coalizione. In seguito però al-Khatib ha accettato di partecipare, dopo aver avuto specifiche assicurazioni da parte del Regno Unito e degli Usa che nella riunione si deciderà in favore di un incremento di aiuti all’opposizione del regime. L’agenzia di notizie siriana Sana, di proprietà del governo di Assad, ha descritto il meeting come “una cospirazione contro il legittimo governo siriano” e ha definito i Paesi aderenti all’organizzazione “nemici della Siria”.

L’atteggiamento degli Stati Uniti. Grande attesa c’è per la partecipazione alla riunione di oggi del neo segretario di stato americano John Kerry, che durante l’incontro di ieri con il presidente francese Hollande, ha affermato “di voler dialogare con gli esponenti dell’opposizione siriana per sapere da loro quale sia il modo migliore per porre fine alla carneficina”. Kerry ha inoltre sottolineato come gli Usa siano “disponibili a fornire veicoli blindati e addestramento militare a chi combatte in armi il presidente siriano Assad”. Anche il ministro degli esteri italiano Giulio Terzi si è espresso nei giorni scorsi in maniera chiara e decisa sugli obiettivi e le priorità del meeting di Roma, affermando che “l’Italia e i Paesi europei proporranno agli Stati Uniti maggiore flessibilità nelle misure in favore dell’opposizione al regime di Assad”. In particolare, chiederanno che “gli aiuti militari non letali vengano estesi fino a comprendere anche l’assistenza tecnica, l’addestramento e la formazione, in modo da consolidare l`azione della coalizione”.

La crisi siriana resta comunque lontana da una risoluzione, resa ancora più difficile dall’opposizione di Russia e Cina, che continuano a sostenere il regime di Assad, ma forse l’incontro di oggi potrà consentire di fare qualche passo avanti tenendo conto soprattutto che il bilancio delle vittime in Siria continua a crescere vertiginosamente. In due anni infatti i morti sono diventati oltre 70mila e il numero dei profughi è arrivato a un milione di persone, di cui, come riporta l’Alto Commissariato per i Rifugiati dell’Onu, “la maggioranza sono donne e bambini che hanno assistito alla morte dei loro familiari, che hanno perso ogni cosa”.

Alessia Argentieri