HomePolitica Dopo l’assoluzione di Raggi, Di Maio bolla come “infimi sciacalli” i giornalisti

Dopo l’assoluzione di Raggi, Di Maio bolla come “infimi sciacalli” i giornalisti

di Diana Sarti12 Novembre 2018
12 Novembre 2018

La sentenza con cui sabato la sindaca di Roma, Virginia Raggi, è stata assolta dall’accusa di falso per la nomina di Renato Marra alla direzione Turismo del Campidoglio ha riacceso le polemiche del Movimento 5 Stelle nei confronti della stampa italiana. I giornalisti sono tornati nuovamente nel mirino del M5S. I vertici del Movimento, attraverso i canali social, si sono scagliati contro i giornali identificando in loro i “veri colpevoli” del processo alla sindaca.

Il vicepremier Luigi Di Maio bolla su facebook i giornalisti come “infimi sciacalli” mentre Alessandro Di Battista dal Nicaragua ha commentato: “Le uniche puttane qui sono proprio questi pennivendoli che non si prostituiscono neppure per necessità, ma solo per viltà, sono loro i veri colpevoli”.

L’affondo anti-media è deflagrato solo pochi istanti dopo la sentenza di assoluzione della sindaca ed è partito proprio da Di Maio: “Il peggio in questa vicenda lo hanno dato la stragrande maggioranza di quelli che si autodefiniscono ancora giornalisti, ma che sono solo degli infimi sciacalli, corrotti intellettualmente e moralmente”. Il leader del M5S coglie poi l’occasione per rilanciare una delle misure-bandiera proposte dal Movimento, ovvero la legge sugli “editori puri”. Anche Beppe Grillo è d’accordo sul fatto che nella vicenda Raggi i giornalisti abbiano gettato “discredito e calunnie” contro la sindaca di Roma.

La replica alle accuse è arrivata dalla stessa Federazione nazionale stampa italiana: “Di Maio e chi, come lui fra i 5 Stelle, sogna un’informazione al guinzaglio deve farsene una ragione: non saranno le minacce e neppure gli insulti a impedire il lavoro dei giornalisti”.

Nel frattempo le opposizioni si sono scagliate contro le dichiarazioni del Movimento. “Il M5S vuole ricostruire il Minculpop” ha attaccato Maria Stella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera. Dal Partito Democratico Andrea Marcucci e Francesco Verducci hanno parlato invece di “rischio per la democrazia” e di “intimidazioni squadriste”.

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