Eitan's paternal aunt, Aya Biran, speaks with journalists outside her house in Travaco' Siccomario, near Pavia, northern Italy, the day after the child, the only survivor of the Mottarone tragedy, was taken to Israel without his knowledge by his maternal grandfather, 12 September 2021. The Pavia Public Prosecutor's Office has opened an investigation for kidnapping in the case of Eitan Biran, the child, the only survivor of the Mottarone tragedy, who his maternal grandparents brought to Israel, taking him away from his aunt Aya Biran who is also his legal guardian. 14 people were killed after a Stresa-AlpinoÂ?Mottarone cable car crashed to the ground after a cable snapped on 23 May 2021. ANSA/ PAOLO TORRES

Eitan, anche la nonna indagata con l'ex marito per il rapimento del minore

Lo zio del bambino: "Lo temevamo" Contatti tra Roma e Tel Aviv

Anche la nonna materna del piccolo Eitan, Etty Peleg, è indagata con l’ex marito Shmuel Peleg per il rapimento del nipote. Per gli inquirenti, infatti, la donna sarebbe stata in Italia assieme all’ex coniuge nei giorni precedenti al presunto rapimento.

Già ieri sera, lo zio paterno di Eitan, Or Nirko, aveva accusato la donna di complicità, ma in base alle indiscrezioni raccolte Etty Peleg sarebbe rientrata in Israele prima del giorno del presunto rapimento. Gli inquirenti sono convinti che il sequestro del bambino di sei anni sia frutto di “un piano organizzato”. La stessa Aya Biran, zia e tutrice legale del piccolo, aveva raccontato che il nonno, quando è arrivato a prendere Eitan per la visita che gli era stata concessa, ha parcheggiato lontano dall’abitazione e, dunque, non è chiaro se nell’auto ci fossero altre persone ad attenderlo. Il ruolo della ex moglie di Peleg nell’inchiesta della Procura di Pavia è tuttavia da verificare, ma pare che il 58enne avrebbe effettivamente avuto dei complici nella fuga in Israele con il nipote, dove è arrivato con un volo privato da Lugano.

Lo zio del bambino, Or Nirko, in un’intervista tv a Canale 12  ha denunciato: ” La famiglia Peleg trattiene Eitan come i soldati dell’esercito israeliano tenuti prigionieri nelle carceri di Hamas”. Nell’intervista l’uomo ha ammesso che  con la moglie “temeva” un gesto simile: “ La famiglia Peleg si rifiuta di dire dove il bambino si trova. Lo nascondono in una specie di buco”. Or Nirko ha poi sottolineato non è in corso nessuna battaglia legale: “C’è invece un grave reato criminale secondo la convenzione dell’Aja, cioè un rapimento. Le autorità legali israeliane devono sapere che Eitan è stato rapito”. Come sottolineato dal Corriere della Sera, il Ministero degli Esteri sta lavorando con il governo di Tel Aviv, che pare non escluda trattarsi di un rapimento, per riportare il bambino a casa.

Secondo i legali della famiglia materna, si dovrebbe “chiedere a Eitan dove vuole vivere” attraverso “l’ascolto e la verifica delle reali condizioni del minore” con “una consulenza tecnica d’ufficio e quindi in contraddittorio tra le parti”, che invece è stata “rigettata”.

Gabriele Crispo

Sono Gabriele Crispo, ho 30 anni e sono laureato in giurisprudenza. Ho conseguito un master in giornalismo alla Eidos Communication e svolto per un periodo la pratica forense.