A general view of humanitarian aid boxes stored at a warehouse near the Tienditas border bridge between Colombia and Venezuela, in Cucuta, Colombia, 21 February 2019. The aid is expected to be transferred to the Venezuela next Saturday. EPA/ERNESTO GUZMAN JR

Frontiere aperte o chiusescontro Maduro-Guaidòsugli aiuti per il Venezuela

La Cina: "Non tolleriamo ingerenze" Hrw: "Risolvere catastrofe umanitaria"

“Tutte le nostre frontiere rimarranno aperte”. Con un decreto pubblicato sul proprio profilo Twitter, Juan Guaidò,  presidente del Parlamento venezuelano che ha assunto i poteri dell’Esecutivo, ordina la riapertura di tutti i confini del Paese. L’autoproclamatosi capo dello Stato del Venezuela risponde così alla decisione del presidente legittimo, Nicolás Maduro, che ieri sera aveva annunciato la chiusura della frontiera con il Brasile. Il motivo è la disputa sugli aiuti umanitari destinati alla popolazione venezuelana. Negli ultimi mesi il Paese sta subendo gli effetti di una grave crisi economica e sociale: “Una catastrofe umanitaria senza precedenti”, la definisce l’ong Human Right Watch.

 

Il tweet con cui Juan Guaidò ha pubblicato il decreto di riapertura delle frontiere

 

Nel decreto, Guaidò ricorda l’autorizzazione dell’Assemblena nazionale all’ingresso degli aiuti, attualmente depositati vicino ai confini. “Usurpatori del potere legittimo”, scrive, “hanno promosso azioni per impedire che possano entrare nel territorio nazionale”.  Guaidò ordina poi ai militari di “agire in conseguenza di queste istruzioni”, ribadendo che nell’ “ordinamento giuridico della transizione verso la democrazia saranno assicurati benefici e garanzie ai militari che adempiano il mandato della Costituzione”.

Anche la Cina, che insieme alla Russia è tra gli alleati internazionali del presidente Maduro, è intervenuta sulla questione. “Se questi cosiddetti aiuti fossero portati con la forza in Venezuela, e se questo causasse violenza e scontri, ci sarebbero conseguenze gravi”, ha dichiarato questa settimana Geng Shuang, portavoce del ministro degli Esteri di Pechino.

La disputa sugli aiuti va avanti dall’inizio della crisi. Una coalizione di diversi paesi, fra cui gli Stati Uniti, da settimane spinge per inviare cibo e medicine alla popolazione, ma Maduro si è sempre opposto temendo che un’eventuale apertura porterebbe a ingerenze sempre maggiori. Il presidente legittimo ha però annunciato ieri l’arrivo di 7 tonnellate e mezzo di medicinali provenienti dalla Russia: “Riforniremo il Paese di tutto ciò di cui ha bisogno”.

Federico Marconi

Roma, 1993. Dopo la maturità scientifica abbandona i numeri per passare alle lettere: prima di approdare alla Lumsa studia storia contemporanea a La Sapienza e giornalismo alla Fondazione Basso. Ha prodotto un web-doc per ilfattoquotidiano.it e collabora con L’Espresso