TEL AVIV – A 700 giorni dall’attacco del 7 ottobre, all’alba nuovi raid israeliani aumentano il conteggio delle vittime nella Striscia. Sono almeno 44 i palestinesi uccisi negli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza dall’alba di oggi, di cui almeno 30 a Gaza City. Tra i morti ci sono almeno sette bambini. Lo hanno riferito fonti mediche ad Al Jazeera. Intanto, come riporta Channel 12, Hamas diffonde sul proprio canale Telegram il video con due ostaggi ancora in vita. Uno dei due, Guy Gilboa Dalal, viene ripreso in un’auto che attraversa un quartiere distrutto di Gaza City mentre — rivolgendosi direttamente al premier Netanyahu — chiede la fine dell’operazione militare israeliana per occupare la città di Gaza.
Continua l’avanzata dell’Idf su Gaza City
Una pressione, quella di Hamas, al momento inascoltata dall’Idf che in un ultimo aggiornamento dal campo ha dichiarato di controllare il 40% del territorio su Gaza City. Un’offensiva che “continuerà ad espandersi e intensificarsi nei prossimi giorni” secondo le forze di Israele. La prospettiva irrita non solo le forze del gruppo estremista, ma anche gli animi interni a Tel Aviv. È in programma, infatti, per sabato 6 settembre una manifestazione dei familiari degli ostaggi nella città israeliana. L’intento è quello di chiedere a Netanyahu un cessate il fuoco imminente per riportare i civili ancora in vita. L’ipotesi è che gli ostaggi siano nascosti tra le macerie di Gaza City o tra gli stessi sfollati palestinesi. Si tratta delle medesime zone che l’Idf ha annunciato di voler conquistare totalmente con incursioni sia aeree che via terra. In prospettiva di un nuovo imminente attacco, il ministro della difesa israeliano, Israel Katz, ha lanciato un primo avviso di evacuazione diretto ai residenti degli edifici residenziali a Gaza avvertendo su X che l’Idf sta per aprire “le porte dell’inferno”.
Una strategia, quella del governo di Tel Aviv, criticata non solo dai manifestanti in piazza, ma anche dal ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani. Anche se all’inizio del conflitto “aveva ragione — ha detto il vicepremier in un intervento pubblico — ora bisogna lavorare per il cessate il fuoco, ci sono morti, donne e bambini, non solamente soldati di Hamas”.
Netanyahu rifiuta la visita di Macron a Gaza
Critiche che sembrerebbero al momento inascoltate da Netanyahu, che punta invece il dito contro i paesi occidentali disposti a riconoscere lo stato della Palestina. L’ira del premier israeliano è focalizzata al momento contro il presidente francese Emmanuel Macron, che aveva proposto un incontro in terra israeliana. Richiesta rifiutata da Netanyahu finché la Francia si dirà decisa a voler riconoscere la Palestina come stato. Un ultimatum però prontamente respinto dal leader parigino.
L’incontro tra Papa Leone e Herzog
Quella di una pace a due stati è anche la risoluzione avanzata da Papa Leone XIV che durante l’incontro con il presidente israeliano Isaac Herzog ha sottolineato la necessità di “garantire un futuro al popolo palestinese per la pace e la stabilità della Regione”. Una prospettiva che secondo il post su X di Herzog, Israele “anela, nel giorno in cui i popoli del Medio Oriente, i Figli di Abramo, vivranno insieme in pace, collaborazione e speranza”.