HomeCronaca Giornalista aggredito a Cosenza, due arresti

Giornalista aggredito
due arresti a Cosenza
colpito il clan Patitucci

I malviventi affiliati al clan

ora sono ai domiciliari

di Francesca Massimano13 Novembre 2020
13 Novembre 2020

Importante svolta sull’indagine avviata a Cosenza dopo l’aggressione del giornalista Michele Santagata, creatore, insieme con Gabriele Carchidi, della testata telematica iacchitè.blog.

Il giornalista, nel suo popolare blog, aveva scritto di un presunto coinvolgimento del boss della ‘ndrangheta Patitucci, e di un avvocato, Marcello Manna, all’interno di un’inchiesta per corruzione. Inchiesta, poi, terminata con l’arresto del giudice Marco Petrini accusato di corruzione in atti giudiziari.

È lo stesso Santagata, sul suo blog, a raccontare della terribile aggressione, avvenuta in pieno giorno e davanti a decine di testimoni. Due malviventi lo avevano avvicinato per strada, e, dopo averlo picchiato, lo avevano minacciato di morte gridando in dialetto calabrese: “caccia subitu i fotografie di l’avucatu Manna e un scriva chiù nenti supra a Patitucci, a prossima vota ti tagliamu a capu”.

Dopo l’aggressione, il giornalista era stato condotto al Pronto Soccorso senza, riscontrare, fortunatamente, nulla di grave.

Oggi sono stati fermati, a Casali del Manco, Marco Lucanto, di 30 anni, e Antonio Procopio, di 33.  Le accuse sono gravissime, da quanto emerso dalle indagini della Squadra mobile di Cosenza i malviventi avrebbero avuto il fine, con la loro azione, di agevolare il gruppo di ‘ndrangheta dei Lanzino-Patitucci.

Le indagini della Squadra mobile cosentina, coordinate dalla Dda di Catanzaro, che si è avvalsa anche dell’esame di tutti i sistemi di videosorveglianza presenti nella zona, ha consentito di individuare gli autori. A casa dei due, gli investigatori hanno trovato gli abiti indossati quel giorno. Inoltre è stata rintracciata a Castrovillari l’auto usata il giorno dell’aggressione, successivamente ceduta a terzi.

A conclusione delle indagini il gip ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari su richiesta del procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, dell’aggiunto Vincenzo Capomolla e del pm Vito Valerio.

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