GERUSALEMME – “Vogliamo restituire i corpi ma potrebbe volerci tempo. Tuttavia, rispetteremo l’accordo”. Nel suo ultimo messaggio, Hamas ha garantito a Israele che le condizioni per il mantenimento della tregua in Medio Oriente saranno rispettate, nonostante le tensioni e le accuse reciproche di violazioni del cessate il fuoco.
Ma gli obiettivi del gruppo islamista non coincidono con quelli dello Stato ebraico, che attende con ansia la restituzione delle altre 19 salme sepolte da qualche parte nella Striscia, sotto le oltre 60 milioni di tonnellate di macerie prodotte da due anni di bombardamenti a tappeto e che rendono difficile il recupero da parte dei miliziani.
Ecco perché a mediare nella difficile trattativa sono sempre gli Stati Uniti. Il presidente americano, Donald Trump, ha fretta di passare alla fase due del piano di pace e nella giornata di ieri (16 ottobre) ha rassicurato, in un colloquio telefonico, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, sulla conclusione della prima fase che prevede il rientro a casa degli ultimi corpi degli ostaggi catturati il 7 ottobre 2023.
Secondo quanto riportato da diversi media israeliani, nel corso della telefonata, definita da fonti di Gerusalemme “positiva e calorosa”, Netanyahu ha incassato il sostegno di Trump sulle misure che Gerusalemme intende adottare in risposta alla consegna parziale da parte di Hamas di soli 9 corpi. Le autorità israeliane considerano le rassicurazioni del gruppo islamista insufficienti perché non sostenute da azioni concrete.
Da parte sua, il capo della Casa Bianca ha ribadito che non invierà truppe statunitensi a Gaza, avvertendo Hamas della possibile reazione israeliana al mancato rispetto degli accordi sottoscritti una settimana fa a Sharm El Sheik. “Se Hamas continua a uccidere persone a Gaza, cosa che non era prevista dall’accordo, non avremo altra scelta che entrare e ucciderli”, ha scritto Trump sul social Truth.
Una posizione ribadita anche dal ministro degli Esteri israeliano, Gideon Saar, durante i Med Dialogues ieri in Italia a Napoli, per il quale i fondamentalisti a Gaza “stanno violando l’accordo. Devono rimandare indietro le spoglie degli ostaggi immediatamente”.