epa08436754 Chinese leaders and delegates bow their heads during the opening session of China’s National People’s Congress (NPC) at the Great Hall of the People in Beijing, China, 22 May 2020. China held the Chinese People's Political Consultative Conference (CPPCC) on 21 May and will hold the National People's Congress (NPC) on 22 May, after the two major political meetings initially planned to be held in March 2020 were postponed amid the ongoing coronavirus COVID-19 pandemic. EPA/Ng Han Guan / POOL

Hong Kong, il nuovo pianodella Cina con una legge sulla sicurezza della città

Al via l'Assemblea Nazionale del Popolo Pechino non annuncia tassi di crescita

Quando Margaret Thatcher firmò nel 1997 la dichiarazione sino-britannica, ponendo la sua firma a fianco a quella del premier cinese Zhao Ziyang, tirò un sospiro colmo di preoccupazione. Gli storici, in seguito, hanno raccontato che la ‘Iron Lady’ non era affatto contenta di quell’accordo che poneva l’ex colonia britannica sotto l’ombrello di Pechino. 

Il modello “un paese, due sistemi”, a detta del Partito Comunista Cinese, avrebbe garantito per i successivi 50 anni dall’handover, fino al 2047, la tutela delle libertà individuali, sociali, politiche e di stampa. È la base che ha portato alla stesura dell’Hong Kong Basic Law, la mini costituzione di Hong Kong. Ma l’ex premier britannico non avrebbe mai immaginato che durante le ‘lianghui’ del 2020, l’appuntamento legislativo annuale della Cina, il Partito avrebbe mandato in soffitta il modello “un paese, due sistemi”. 

Con due mesi di ritardo, a causa della pandemia del coronavirus, i circa 3000 delegati nella Sala del Popolo cinese delineano le linee guida che la Repubblica Popolare Cinese vuole intraprendere in campo politico ed economico. Le indiscrezioni che circolavano ieri, oggi hanno avuto conferma. Il premier cinese Li Keqiang, che oggi ha aperto i lavori, parlando al Congresso nazionale del popolo ha affermato che saranno “istituiti solidi sistemi giuridici e meccanismi di applicazione per salvaguardare la sicurezza nazionale nelle due regioni amministrative speciali e permettere che i rispettivi governi assumano le loro responsabilità costituzionali”. Chiaro riferimento alle SAR (Special Administrative Region) di Hong Kong e Macao. 

La prossima settimana, secondo il numero due del Partito Comunista, l’Assemblea nazionale del popolo discuterà l’istituzione di una cornice normativa con cui introdurre una legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong, senza dover passare per il Consiglio Legislativo, il Parlamento locale. Si tratta di una legge sulla sicurezza nazionale che vieterà ‘la secessione, le attività sovversive, le interferenze straniere e il terrorismo’ nell’ex colonia britannica. 

Pechino aveva tentato già 17 anni fa, nel 2003, di introdurre una simile normativa attraverso il controverso “Articolo 23” della Basic Law, ma le proteste dei cittadini hanno fatto fare un passo indietro al LegCo. Ora Pechino, stanca delle manifestazioni che hanno scosso l’ex colonia britannica per mesi, ha deciso di rendere operativa la legge sulla sicurezza di Hong Kong introducendola nell’Allegato 3 della Basic Law. La mossa supererebbe lo scrutinio del parlamentino dell’ex colonia e spianerebbe la strada all’apertura nella città di un Ufficio sulla sicurezza nazionale di Pechino, senza le autorizzazioni che devono essere richieste al governo locale. La Chief Executive di Hong Kong, Carrie Lam, ha dato conferma della collaborazione del governo di Hong Kong “con il Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo per completare al più presto la legislazione pertinente”.

Una misura che spegnerebbe i moti democratici nell’ex colonia britannica, ma non si esclude una tornata di manifestazioni anche in vista delle elezioni del parlamento honkonghese il prossimo settembre. 

Il premier Li ha anche annunciato che, per la prima volta, quest’anno Pechino non perseguirà un obiettivo di crescita preciso, lasciando che la ripresa economica post-covid si assesti su valori sufficienti ad assicurare la stabilità sociale, aggiungendo che si punterà piuttosto a mantenere la disoccupazione urbana al 6% rispetto al 5,5% del 2019 con 9 milioni di nuovi posti di lavoro contro gli 11 milioni dell’anno scorso. Mentre il deficit fiscale è stato portato al 3,6%, ai massimi da 10 anni. 

Tra le linee guida del PCC trova importante spazio il tema dell’innovazione tecnologica, con un massiccio piano di investimenti nelle cosiddette “nuove infrastrutture”, dal 5G all’industria 4.0. Per quanto riguarda la spesa militare, Li ha reso noto che aumenterà al 6,6%: è il tasso più basso dal 1991 e sempre inferiore al 2% del Pil. Nei sette giorni di lavori, tra i vari dossier al vaglio dell’Assemblea, ci sarà anche quello sull’introduzione di un nuovo codice civile, che mira a garantire una maggiore tutela del settore privato, osservando il diritto di proprietà, la sezione sul matrimonio e sul diritto di famiglia.

Serena Console

Laureata in lingua e cultura orientale (cinese e giapponese) e in Professioni dell'editoria e giornalismo, ha conseguito il tesserino da Pubblicista nel 2017. Attualmente collabora con Radio Bullets, dove si occupa di approfondimenti sulla cultura e società cinese; nel weekend cura il Notiziario Orientale con tutte le notizie dall'Estremo Oriente.