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Intelligenza artificialeSì alla prima legge europeaMeloni annuncia via italiana

Il governo al lavoro su norme complementari a quelle europee

BRUXELLES – Via libera dell’Eurocamera all’AI Act, ovvero all’impianto di norme europee sull’Intelligenza Artificiale. L’approvazione del testo è arrivata ad ampia maggioranza: voti favorevoli 523, contrari 46 e astenuti 49. L’Unione Europea è la prima al mondo a dotarsi di regole a riguardo. Il testo approvato intende regolamentare i sistemi di intelligenza artificiale e le sue applicazioni. Proibite infatti quelle che minacciano i diritti fondamentali, come i sistemi di categorizzazione biometrica fondati su dati sensibili, quelli di punteggio sociale o l’utilizzo per manipolare il comportamento umano. I sistemi di AI ad alto rischio, come gestione delle frontiere o delle elezioni e quelli per finalità generali, dovranno adeguarsi ai nuovi obblighi di trasparenza e alle regole europee sul copyright. I contenuti audiovisivi artificiali o manipolati, come i deepfake, dovranno essere segnalati in maniera chiara.

Tempi e sanzioni

Le aziende avranno sei mesi di tempo per eliminare gradualmente i sistemi vietati. In caso di violazione, le sanzioni andranno da 7,5 milioni di euro o 1,5% del fatturato a 35 milioni o il 7% del fatturato globale a seconda della gravità.

Un traguardo importante

È il primo progetto di legge trasversale sul tema a livello mondiale. Un traguardo importante per l’Unione Europea, raggiunto dopo diversi anni di lavoro, per cercare di equilibrare sostegno all’innovazione, protezione dei diritti e delle libertà fondamentali. L’AI Act contiene la definizione di intelligenza artificiale nel suo articolo 3: “Un sistema automatizzato progettato per funzionare con diversi livelli di autonomia che può mostrare capacità di adattamento dopo l’installazione e che, per obiettivi espliciti o impliciti, deduce dagli input che riceve, come generare output quali previsioni, contenuti, raccomandazioni o decisioni che possono influenzare ambienti fisici o virtuali”.

A chi si applica l’AI Act

Le nuove regole si rivolgono in particolar modo a fornitori di intelligenza artificiale sia pubblici che privati, operatori che hanno sede nell’Unione Europea o in un Paese terzo, importatori, distributori, fabbricanti e rappresentanti autorizzati. Il regolamento non si applicherà ai sistemi AI miltari, di difesa o sicurezza nazionale, a quelli per scopi di ricerca e sviluppo scientifico, o a quelli rilasciati con licenze free e open source (salvo sussista un rischio).

In arrivo nuovo disegno di legge

La premier Giorgia Meloni ha fatto sapere ieri attraverso un video presentato al convegno “L’intelligenza artificiale per Italia” che il governo sta preparando un provvedimento di legge che terrà conto delle regole dell’AI Act, per una sua “via italiana”. Il sottosegretario Alberto Barachini ha riferito di aver consegnato la relazione della Commissione IA per l’Informazione a supporto del nuovo disegno di legge. Negli ambiti strategici di intervento, ci sono l’introduzione dell’obbligo per gli sviluppatori di sistemi AI e per i diversi soggetti della catena di tenere un registro aggiornato con i contenuti informativi coperti da diritto d’autore utilizzati per il training dell’algoritmo, e la promozione della tracciabilità tramite marcatura temporale dei contenuti editoriali per preservarne autenticità e provenienza.