Nuovi raid aerei Usa contro l’ Isis. Il drammatico appello di un ostaggio francese catturato in Algeria: ” vogliono uccidermi”

GourdelProseguono, con l’appoggio di Giordania, Arabia Saudita, Barhein, Emirati Arabi e Qatar, i raid aerei statunitensi e francesi in Iraq e Siria, dove per la prima volta l’aeronautica americana ha utilizzato i sofisticati caccia F-22 Raptor (caccia invisibili ai radar) e decine di droni con l’obbiettivo di radere al suolo le basi logistiche più importanti dei miliziani islamici.

La prima reazione ai raid in Iraq da parte dei terroristi è arrivata dalla lontana Algeria. E, sulla scia della propaganda del Califfato, con un video postato sui social network.

«Presidente Hollande, sono Herve Pierre Gourdel, sono nato a Nizza in Francia il 12 settembre 1959 e sono una guida di montagna». Inizia così il video, pubblicato ieri su internet dal Jund al-khilafah (“Soldati del califfato”), gruppo terroristico algerino legato all’Isis, in cui viene ritratto un turista francese tenuto in ostaggio da due uomini incappucciati e armati di kalashnikov al suo fianco. «Sono arrivato in Algeria il 20 settembre e da ieri sono nelle mani di un gruppo armato algerino – continua Gourdel nel video – Questo gruppo mi dice di chiedervi di non intervenire in Iraq. Mi tengono in ostaggio. Vi scongiuro di fare tutto ciò che è in vostro potere per tirarmi fuori da questa difficile situazione. Grazie».

Il ministero degli Esteri francese Laurent Fabius, nel corso di una conferenza stampa tenuta in seguito all’assemblea dell’Onu riunitasi oggi a New York, ha confermato l’autenticità del video e sottolineato la «criticità della situazione». «Le minacce proferite dal gruppo – ha continuato Fabius – sono estremamente gravi e testimoniano l’estrema crudeltà dell’Isis e di tutti quelli che a lui si richiamano». Il ministro degli Esteri ha però poi detto che «è escluso che la Francia ceda alle minacce di un gruppo terroristico».

Raccolto dai militanti islamici algerini, dunque, il messaggio lanciato qualche giorno fa direttamente dall’Isis a tutti gli jihadisti sparsi nel mondo, ordinando di «uccidere un miscredente americano o europeo, soprattutto uno sporco francese,  o un australiano o un canadese, in qualunque modo possibile e immaginabile». E da oggi, le minacce toccano anche Roma, cuore della cristianità e, quindi, dell’Occidente. Un nuovo audio-messaggio, diffuso direttamente dal portavoce dello Stato islamico Abu Muhammad al Adnani, minaccia: «Conquisteremo la vostra Roma, spezzeremo le croci e faremo schiave le vostre donne, con il permesso di Allah».

La risposta più dura al Califfato però arriva sul terreno dei social network (sempre più caro proprio ai terroristi islamici), proprio dai musulmani moderati, esplosi in una protesta a colpi di tweet. «L’Isis non rappresenta l’Islam e non rappresenta me». Questo è il messaggio, con l’hashtag #notinmyname, che i musulmani di tutto il mondo stanno utilizzando sui social per protestare contro l’Isis. La campagna, lanciata a metà settembre da Hanif Qadir, fondatore dell’associazione londinese Active Change Foundation, si è rapidamente diffusa a livello internazionale, come dimostrano le oltre ventimila foto postate su Twitter e Instagram. «Questi terroristi dell’Isis – ha dichiarato Qadir in un’intervista al Mirror – non sono veri musulmani e non diffondono i nostri veri insegnamenti, cioè pace, misericordia e compassione. Sono nemici dell’umanità».

Federico Capurso

Nato a Roma il 24 Marzo 1989 e laureato in Scienze delle Comunicazioni Sociali all’Università Pontificia Salesiana. La sua carriera giornalistica ha inizio nel 2012, quando inizia a collaborare con L’Opinione delle Libertà e con il Roma Post, occupandosi di cultura e spettacolo. Nel 2013 passa a La Voce Repubblicana, dove cura la rubrica “Avviso ai naviganti”, dedicata a internet e alle nuove tecnologie. Dal 2013 cura e dirige la produzione digitale della casa editrice Edizioni del Baretti.