L'alto rappresentante dell'Unione Europea per gli affari esteri, Josep Borrell. | Foto Ansa

I parenti degli ostaggifanno irruzione alla KnessetAccuse dell'Ue a Netanyahu

Borrell: "Inaccettabile opporsi alla soluzione dei due Stati"

TEL AVIV – I familiari degli ostaggi israeliani rapiti da Hamas il 7 ottobre hanno fatto irruzione in Parlamento e hanno chiesto le dimissioni del primo ministro. “Non vi siederete qui, mentre loro stanno morendo lì”, hanno urlato.

La posizione di Benjamin Netanyahu è chiara. Nonostante i tentativi diplomatici di Europa e Stati Uniti, non ci sarà nessuna tregua in Medio Oriente. “Solo la vittoria totale garantirà l’eliminazione di Hamas e il ritorno degli ostaggi”, ha detto Netanyahu. Finché sarà premier, non ci sarà, neppure, alcuno Stato palestinese. La Striscia dovrà essere “smilitarizzata” e “restare sotto il pieno controllo di sicurezza israeliano”, ha insistito il premier israeliano respingendo “le enormi pressioni dall’esterno e all’interno del Paese”.

Dichiarazioni che irritano l’opposizione, con il partito laburista che lunedì 22 gennaio presenta la prima mozione di sfiducia – dall’inizio del conflitto – contro Netanyahu. Il partito, guidato da Merav Michaeli, infatti, ha denunciato “il fallimento” dell’operato del governo nel riportare a casa gli ostaggi. “Non stanno prendendo le necessarie decisioni per salvarli e portarli indietro”, ha fatto sapere il partito.

La posizione dell’Unione Europea

Secondo il ministero della Sanità controllato di Hamas sarebbero state uccise 25.295 persone dal 7 ottobre. In mattinata sulle vittime civili nella Striscia di Gaza si è pronunciato l’alto rappresentante dell’Unione Europea. “La situazione umanitaria a Gaza non potrebbe essere peggiore, non c’è cibo, medicine e le persone sono sotto le bombe. Alcuni ministri accettano che ci sono troppe vittime civili ma quando troppo è troppo?”. “Si deve parlare di una soluzione a due Stati, è inaccettabile opporsi”, ha proseguito Borrell.

Una richiesta di pace arriva anche dalla Giordania. “L’Ue deve chiedere il cessate il fuoco, la pace va imposta”, ha detto Ayman Hussein Abdullah Al Safadi ministro degli Esteri giordano. Presenti a Bruxelles, anche i ministri degli Esteri di Israele e Palestina.

Intanto, secondo il New York Times, nei prossimi giorni, l’inviato americano per il Medio Oriente, Brett McGurk, sarà in Egitto e poi in Qatar. La speranza è quella di riuscire a trovare un accordo che si traduca nel rilascio di ostaggi da parte di Hamas, in cambio di una pausa militare.

Tensioni in Cisgiordania

Le tensioni aumentano anche in Cisgiordania. Il ministro degli esteri francese, Stephane Séjourné, a Bruxelles ribadisce la necessità della creazione di due stati e apre il dibattito sui coloni israeliani in Cisgiordania. “Spero che nei prossimi giorni arriveranno le sanzioni per i coloni violenti”, ha detto il ministro francese. Secondo la Ong israeliana Yesh Din, fra gennaio e settembre 2023 sono avvenuti 160 attacchi di coloni contro i palestinesi, ma il 57,5% delle vittime non ha denunciato. Infatti, in 18 anni solo il 3% delle indagini svolte dalla polizia hanno portato a condanne di coloni violenti.

Giulia Mutti

Nata in Toscana, lì dove le Apuane si affacciano sul mar Tirreno, sono laureata in Lettere all’università “La Sapienza” di Roma. Nella città eterna, ho maturato interessi in campo letterario e giornalistico, strade che ho scelto di seguire con perseveranza e dedizione. Appassionata, da sempre, di temi di attualità e politica, ritengo che i fatti, di per sé, non esistano senza le motivazioni e i sentimenti degli uomini che li governano.