La moglie di Julian Assange, Stella, parla da un palchetto di fronte all'Alta Corte di Londra. / Foto Ansa

Julian Assange assenteall'udienza dell'Alta Cortesull'estradizione in Usa

Il suo legale: "Non si sente bene" La moglie: "Si decide se vive o muore"

LONDRA  –  “Non si sente bene oggi, non è presente”. Così l’avvocato di Julian Assange, giornalista australiano co-fondatore di Wikileaks, alla prima giornata di udienze in cui l’Alta Corte londinese, tra martedì 20 e mercoledì 21 febbraio, deciderà sulla sua estradizione negli Stati Uniti. Negli Usa, Assange rischia 175 anni di carcere per aver diffuso, a partire dal 2010, oltre 700 mila documenti protetti dal segreto militare e diplomatico. “Questo processo deciderà se vivrà o morirà”, ha commentato la moglie del whistleblower, Stella Assange. Se la Corte dovesse decidere di respingere l’appello, Assange potrebbe sperare in un ricorso presso la Corte Europea dei Diritti umani. Sempre se non sarà, già allora, estradato oltreoceano.

Assange si trova dal 2019 nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh, a Londra. Vi era stato condotto dopo aver richiesto l’asilo politico presso il consolato ecuadoregno della capitale britannica. Nonostante il mandato internazionale, il giornalista è sostenuto da gran parte dell’opinione pubblica mondiale, come dimostrano i centinaia di manifestanti che nei giorni scorsi hanno affollato le piazze di diversi paesi. 

Le ragioni dei sostenitori di Julian Assange

I sostenitori del whistleblower sono convinti che la diffusione dei documenti riservati abbia contribuito a far luce su diversi crimini di guerra americani in Afghanistan e Iraq, e che queste rivelazioni non debbano essere punite come “spionaggio”. Tra le file di chi è contrario all’estradizione c’è anche Anna Ardin, che nel 2010  denunciò Assange per abuso sessuale. “Credo sia ingiusto che il sistema della giustizia mondiale abbia la capacità di fermare chi informa e chi difende la libertà dei media, impedendo che vengano denunciati crimini di guerra”, ha detto Ardin.

La delegazione londinese del M5S

A schierarsi contro l’estradizione di Assange c’è anche parte della politica italiana. In prima linea il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte. “È la prima volta – scrive l’ex premier sui social – “che un giornalista che rende pubbliche informazioni su crimini e torture viene posto sullo stesso piano di qualsiasi spia”. A Londra è presente anche una delegazione di parlamentari del M5S, guidata dalla deputata Stefania Ascari.

Il paragone con Navalny di Stella Assange

Stella Assange, a margine della prima udienza, ha paragonato il marito ad Alexei Navalny, recentemente deceduto durante la sua prigionia in Russia. “Julian è un prigioniero politico – ha affermato – ciò che è successo a Navalny potrebbe succedere a lui” in America. “La decisione finale – ha poi concluso –  sarà politica, non giudiziaria”.

Alberto Alessi

Sono nato 2751 anni dopo Roma, appassionato di giornalismo politico ed estero, nonché di giornalismo d'inchiesta investigativo. Aspiro a scrivere ma tenendo un occhio al mondo radiofonico e tele-giornalistico. Sogno vagamente di trovare una nuova dimensione per l'infotainment contemporaneo.