HomeSpettacoli La musica è solo online: l’86% l’ascolta in streaming, nove su dieci su smartphone

La musica è solo online
l'86% l'ascolta in streaming
nove su dieci su smartphone

Il mercato evolve e dimentica i cd

Cantautori e pop i generi preferiti

di William Valentini10 Ottobre 2018
10 Ottobre 2018

Spariscono album e cd, mentre cresce in modo esponenziale l’ascolto via streaming. Questo è il quadro disegnato dal documento di “Music Consumer Insight Report 2018” rilasciato dall’Ifpi (International Federation of the Phonographic Industry), che ha studiato le abitudini di consumo degli ascoltatori tra i 16 e i 64 anni nei principali venti mercati nel mondo, che da soli rappresentano il 91.3% dei ricavi del mercato musicale globale nel 2017.

La musica occupa un posto importante nelle nostre vite: la ascoltiamo per quasi 18 ore a settimana, prevalentemente in macchina e tramite streaming. In particolare, nel nostro paese, l’86% degli utenti utilizza servizi per ascoltare musica on-demand, di cui il 57% utilizza servizi di a pagamento e il 24% utilizza di streaming gratuito. Cambiano anche le piattaforme sulle quali ascoltiamo le nostre canzoni preferite: Il 94% dei consumatori tra i 16 e i 24 anni infatti sceglie gli smartphone, il 52% di chi utilizza il cellulare come stereo sceglie un servizio a pagamento.

Cambiano le piattaforme ma non i generi preferiti dagli appassionati: la musica locale, infatti, occupa ancora la fetta più grossa di mercato. In Italia gli artisti nazionali pesano per il 57,5%, insieme a pop (60,3%), rock (59,3%) e musica cantautoriale (49,8%). In forte espansione nei giovanissimi (16/24 anni) l’hip-hop e la trap, che hanno una penetrazione del 51,4%, il più alto picco tra le fasce d’età. In questo contesto si stanno imponendo a livello globale anche alcuni generi locali come il K-Pop coreano e la Música popolare brasiliana.

Uno studio sulle nuove abitudini, ma anche un documento che “analizza le sfide che il comparto musicale continua ad affrontare, sia nell’evoluzione della violazione del copyright, sia nel mancato raggiungimento di un’equa remunerazione da parte di alcuni servizi di user-upload. I politici di tutto il mondo hanno esaminato attentamente queste problematiche e stanno agendo per affrontarle”, ha commentato Frances Moore, amministratore delegato di IFPI.

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