Non è ancora chiaro cosa potrebbe aver spinto Tyler Robinson ad uccidere l’attivista Charlie Kirk. Gli inquirenti sono dell’idea che il killer potrebbe essere stato spinto ad uccidere per la rabbia contro le sue opinioni ostili ai transgender, come il proprio partner. Intanto, rabbia e divisioni emerse anche sui social poco dopo la morte dell’attivista.
I commenti “esplosi” dopo l’esecuzione
Mentre Charlie Kirk non era stato ancora dichiarato morto, il video della sua esecuzione sui social aveva già toccato – in sole due ore – la soglia delle 11 milioni di visualizzazioni. E a non farsi attendere, anche l’ondata di rabbia e frustrazione che l’evento ha generato. Centinaia di migliaia di post sulla rete con cui gli utenti da tutto il mondo hanno espresso il proprio parere e la propria frustrazione. Chi festeggia per la perdita dell’attivista e per lo “smacco” al popolo Maga. Chi si dissocia dalle idee della sinistra. Chi santifica – come i cristiani conservatori – la figura di Kirk, definendola la nuova speranza per la trasmissione dei valori religiosi ai giovani.
Ripercussioni non solo social ma nella vita di tutti i giorni
Le ripercussioni di alcuni commenti sui social hanno avuto un impatto sulla vita quotidiana di qualcuno. Un dipendente dei servizi segreti è stato sollevato dall’incarico dopo aver scritto su Facebook che Kirk ha predicato in vita solo “odio e razzismo”. In Texas alcuni docenti sono stati licenziati per aver espresso commenti positivi sull’omicidio. E i dipartimenti dell’istruzione di Florida e Oklahoma hanno promesso di essere pronti a prendere diversi provvedimenti di questo genere.
Sui social spazio anche alle teorie “del complotto”
Ma il teatro dei social non è diviso soltanto tra sostenitori dell’omicidio e difensori dell’attivista. Spazio anche a teorie cospirazioniste. Per alcuni infatti, dietro l’uccisione di Kirk si potrebbe nascondere Israele. Nonostante il più volte dichiarato sostegno al popolo ebraico, secondo l’organizzazione non governativa Anti-Defamation League: “gli ebrei sospettavano che alla fine gli avrebbe voltato le spalle”.
Il governatore dello Utah: “I social media? cancro della nostra società”
“I social media rappresentano il cancro della nostra società. Consiglio alle persone di disconnettersi, abbracciare un familiare, andare al parco, uscire e fare del bene”. Ne è convinto il governatore repubblicano dello Utah Spencer Cox. Nel frattempo gli account social di Kirk stanno esplodendo. In pochi giorni i profili dell’attivista hanno registrato un aumento di milioni e milioni di follower su Instagram, come su Tik Tok e Youtube. Un fenomeno – quello dei commenti divisivi sui social – difficile da arginare al giorno d’oggi. In particolar modo dopo eventi come questi.