HomeEsteri Libia: rapito e ucciso il sindaco di Misurata. Dito contro forze islamiste

Libia: rapito e ucciso
il sindaco di Misurata
fedele al governo di Tripoli

Sospetti puntati sulle milizie islamiste

da sempre nemiche del primo cittadino

di Marina Lanzone18 Dicembre 2017
18 Dicembre 2017

Il sindaco della città libica Misurata, Mohamed Eshtewi è stato ucciso dopo un breve sequestro, subito dopo essere tornato con una delegazione da una visita ufficiale a Istanbul. Ieri sera mentre era sulla strada di ritorno dall’aeroporto la macchina su cui viaggiava è stata affiancata mentre era ferma a un semaforo. Eshtewi è stato rapito, mentre il fratello, che era accanto a lui nel veicolo, è stato ferito da un colpo d’arma da fuoco e ora si trova in terapia intensiva, ma sembra non correre pericolo di vita.

Il cadavere di Mohamed Eshtewi è stato invece ritrovato questa mattina nei pressi dell’ospedale di Safwa. I medici hanno riferito che il corpo presenta ferite d’arma da fuoco, di cui tre sulla schiena, ma il quotidiano locale Libya Herald riporta la dichiarazione di una fonte che parla anche di un forte colpo al cranio, che sarebbe la vera fonte della morte.

Ancora non si conosce l’identità degli assassini. L’ipotesi più accreditata ricade sulle milizie islamiste della città che più volte hanno interferito con la sua attività politica, rimproverandogli il sostegno al governo di unità nazionale di Tripoli. Ibrahim Ben Rajeb, il capo del Consiglio militare di Misurata, aveva più volte cercato di costringere Eshtewi a dimettersi. Solo nel mese di maggio, gli estremisti armati erano riusciti nell’intento, ma per poco tempo.

Un alto funzionario locale, coperto dall’anonimato, ha avanzato altre ipotesi, puntando il dito sui sostenitori di Gheddafi, o del generale Khalifa Haftar, oppure l’Isis. Tutti e tre i soggetti avrebbero, secondo la fonte, ricavato vantaggi dall’uccisione del primo cittadino di Misurata. Riguardo, invece, alle milizie islamiste locali: “Hanno cercato di rimuoverlo per mesi – ha spiegato al Libya Herald – ma ucciderlo non rientra nel loro stile”.

L’episodio acuisce il clima di tensione presente in Libia, proprio dopo un incontro, tenutosi ieri a Tunisi, che avrebbe potuto “calmare le acque”. I ministri degli Esteri di Tunisia, Egitto ed Algeria, Khemaies Jhinaoui, Sameh Shokri e Abdelkader, al termine di una riunione a tre, hanno “rinnovato il loro sostegno all’accordo politico come strumento per una soluzione alla crisi” del paese vicino. Durante l’incontro, è stato ribadito il ruolo centrale e la responsabilità politica e giuridica delle Nazioni Unite, nonché il loro rifiuto “di ogni ingerenza esterna in Libia” e “ogni tentativo di qualsiasi parte libica” per far fallire il processo governativo.

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