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prima sfida la riforma
della Legge Melandri

Lotti ministro dello sport
prima sfida la riforma
della Legge Melandri

di Dino Cardarelli14 Dicembre 2016
14 Dicembre 2016

Il mondo sportivo guarda con fiducia al nuovo governo guidato da Paolo Gentiloni. Il perché è presto detto. E’ stato infatti reintrodotto il ministero dello sport, affidato a Luca Lotti, che già nei due anni da sottosegretario dell’esecutivo Renzi aveva dimostrato una particolare attenzione verso queste tematiche. Una nomina, quella di Lotti, accolta con entusiasmo dal presidente della Figc Carlo Tavecchio, da quello del Coni Giovanni Malagò, e anche da Luca Pancalli, che guida il Comitato Italiano Paralimpico.

Proprio la trasformazione di quest’ultimo in ente di diritto pubblico, pienamente autonomo, ha rappresentato uno dei risultati più significativi raggiunti da Lotti nella sua esperienza da sottosegretario, insieme al sostegno alla candidatura dell’Italia, poi risultata vincente, ad ospitare la Ryder Cup nel 2022 e all’approvazione del fondo “Sport e Periferie” che prevede 183 interventi su impianti sportivi sparsi su tutto il territorio nazionale, a partire dalle zone terremotate di Accumoli ed Amatrice, per un costo di 100 milioni di euro.

Il neo-ministro è già pronto ad affrontare le nuove sfide. La più importante è la riforma della Legge Melandri, norma che disciplina la commercializzazione dei diritti televisivi nel calcio, che in Italia vale almeno un miliardo di euro. Si punta ad una redistribuzione più equa delle risorse tra i club, oltre che a limitare il ruolo dell’advisor Infront, su cui indaga la Procura di Milano. La nuova legge non avrà comunque impatto sulla prossima asta, quella che in primavera assegnerà i diritti per il triennio 2018-2021.

Lotti dovrà poi affrontare il nodo dell’inserimento, nel decreto Milleproroghe, dei 97 milioni messi a disposizione per la Ryder Cup e stralciati dalla legge di Bilancio. Altri temi da seguire, l’adeguamento del decreto Balduzzi sull’uso dei defibrillatori, l’autonomia della giustizia sportiva, quella delle federazioni (da conciliare con il rafforzamento del ruolo centrale del Coni) e le agevolazioni fiscali per l’attività sportiva.

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