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HomeEsteri Maltempo, la Flotilla rientra a Barcellona. Israele minaccia: “Attivisti come terroristi”

La Flotilla salpa verso Gaza
tra le minacce israeliane
di arrestare gli attivisti

"Noi non ci fermiamo, andremo avanti"

risponde la portavoce Maria Elena Delia

di Filippo Saggioro01 Settembre 2025
01 Settembre 2025
Global Sumud Flotilla

I preparativi su una delle venti imbarcazioni della Global Sumud Flotilla, salpata da Barcellona per Gaza | Foto Ansa

TEL AVIV – “Noi non ci fermiamo, andremo avanti. Non ci facciamo intimorire perché sappiamo di muoverci nella totale legalità”, dice Maria Elena Delia, portavoce per l’Italia della Global Sumud Flotilla. Il commento arriva in risposta alle minacce del ministro per la Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben-Gvir, che ha presentato un piano per arrestare tutti gli attivisti della flotta e detenerli nelle carceri di massima sicurezza di Ketziot e Damon, tipicamente riservate ai terroristi. La proposta prevede inoltre di negare ai volontari privilegi speciali come tv, radio e cibo specifico: “Non permetteremo a chi sostiene il terrorismo di vivere nell’agiatezza”, ha dichiarato il ministro oltranzista.  

Il messaggio di Israele: “Tratteremo gli attivisti come terroristi”

Le 28 imbarcazioni della Global Sumud Flotilla sono salpate lo scorso 31 agosto da Barcellona e da Genova per poi rientrare temporaneamente questa mattina all’alba a causa del maltempo che si è abbattuto sulle coste spagnole nella notte. Durante il tragitto si uniranno alla flotta altre barche dalla Tunisia, dalla Grecia e dalla Sicilia, che andranno a completare un equipaggio di circa 500 persone, provenienti da 44 paesi, formato da attivisti e politici noti come l’ambientalista Greta Thunberg, l’attore irlandese Liam Cunningham e l’ex sindaca di Barcellona Ada Colau.

“La più grande missione umanitaria della storia”

Il viaggio sarà lungo e ricco di insidie. Dal 2007 Israele ha imposto il blocco a Gaza e solo quest’anno tre missioni marittime per portare aiuti umanitari nella Striscia sono fallite. Prima di imbarcarsi, l’equipaggio ha partecipato a un intenso addestramento per prepararsi ad adottare il giusto comportamenti qualora i soldati israeliani fermassero e perquisissero le imbarcazioni. Ma i sostenitori della causa palestinese non si arrendono, tanto che l’attivista brasiliano Thiago Àvila ha definito questo viaggio “la più grande missione umanitaria della storia”. 

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