HomePolitica Mascherine a 50 centesimi, Arcuri: “Tutela i cittadini”. Polemica dei venditori

Polemica sulle mascherine
Arcuri: "Entro fine estate
produzione 100% italiana"

Gruppo Crai: "0.50 prezzo troppo basso"

Pivetti indagata per frode in commercio

di Massimiliano Cassano29 Aprile 2020
29 Aprile 2020

Monta la polemica sulle mascherine. Il commissario straordinario per il potenziamento delle infrastrutture ospedaliere necessarie a far fronte all’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, ha parlato in video audizione alle Commissioni Finanze e Attività produttive della Camera. Sugli acquisti dei dispositivi dall’estero ha promesso: “Alla fine dell’estate potremo liberarci di questo fardello e dire che abbiamo il 100 per cento di dispositivi di protezione individuale prodotti in Italia, al momento siamo al 25 per cento. Penso che in 40 giorni non io, ma gli italiani abbiamo fatto un buon lavoro”.

Ma le mascherine, ritenute indispensabili per la fase in cui le persone potranno uscire liberamente di casa, al momento scarseggiano e la popolazione chiede risposte.
“Se serviranno possiamo distribuire 12 milioni di mascherine al giorno, da giugno 18 milioni, da agosto 24 milioni al giorno – ha spiegato Arcuri – e le distribuiamo gratis a sanità, Pubblica amministrazione, forze dell’ordine e servizi essenziali, da lunedì anche ai trasporti pubblici locali e alle Rsa pubbliche e private”. Misura che però non arriva a coprire l’intero territorio: “Il commissario non distribuisce mascherine ai cittadini, deve metterli in condizione di comprarle a un prezzo più conveniente possibile, di qui il prezzo calmierato a 0,50 centesimi” ha aggiunto Arcuri.

Contro il prezzo fisso arrivano le parole del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. A “Mattino Cinque” ha spiegato come “tante imprese che hanno riconvertito la produzione rischiano di morire perché hanno costi di produzione più alti e ancora non hanno nemmeno le omologazioni dal punto di vista legale”. Il Gruppo Crai – al quale fanno capo le insegne Crai, Pellicano, Caddy’s, IperSoap, Pilato, Proshop, Risparmio Casa, Saponi e Profumi, Shuki e Smoll – ha annunciato di essere “costretto a ritirare dalla vendita le mascherine chirurgiche a causa del prezzo imposto massimo di 50 centesimi perché inferiore al loro costo di acquisto”.

Arcuri si difende, facendo notare che “durante i primi giorni della crisi il prezzo delle mascherine, di 8 centesimi prima dell’emergenza, era arrivato almeno a 5 euro. Non esisteva una produzione nazionale di beni considerati marginali e diventati di consumo primario. Inoltre, secondo le analisi, il costo di produzione della mascherina è di 5 centesimi”.

Intanto la Procura di Siracusa indaga su Irene Pivetti. L’ex presidente della Camera è amministratore delegato della Only logistics Italia srl, azienda finita in un’inchiesta sull’importazione e distribuzione di mascherine dalla Cina. I reati ipotizzati sono frode in commercio e immissione sul mercato di prodotti non conformi ai requisiti essenziali di sicurezza. Le Fiamme gialle di Siracusa hanno sequestrato in diverse città italiane 9.000 mascherine perché immesse in commercio in maniera illecita. Per gli inquirenti i dispositivi di protezione individuale erano accompagnati da una certificazione inattendibile di conformità alla normativa europea. ” È emerso che il codice relativo al certificato è risultato estraneo all’ente certificatore e, quindi, falso” spiega la Finanza. I militari hanno accertato che i dispositivi appartengono a una partita di merce per la quale il direttore centrale dell’Inail ha espressamente vietato alla società importatrice l’immissione in commercio.

“La partita si gioca tutta qui: analogia o conformità”, ha commentato Pivetti, intenzionata a “difendere in ogni modo l’onorabilità” del suo nome e del suo marchio.

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