HomeCronaca Covid-19, caos mascherine: ci si affida solo all’export ed è boom di speculazioni

Coronavirus e mascherine
ci si affida solo all'export
è boom di speculazioni

Farmacisti contro la vendita a 0,50 euro

Caso Pivetti, c'è l'esposto del Codacons

di Tommaso Coluzzi28 Aprile 2020
28 Aprile 2020

Tra truffe e speculazioni, prezzi gonfiati e problemi di produzione, non si ferma la polemica sulle mascherine. L’ultima novità del governo, che ha fatto cadere dalla sedia decine di migliaia di farmacisti italiani, è il prezzo fissato a 50 centesimi. Peccato che in tanti – tra clienti e venditori – l’abbiano già acquistate a prezzi nettamente superiori. In un periodo in cui le mascherine rappresentano una potenziale fonte di guadagno il mercato si è ampliato esponenzialmente. Ma dato che nel nostro Paese – di fatto – la produzione non esiste, le dogane sono intasate dagli ordini di qualsiasi tipo, che arrivano per società di distribuzione italiane. La maggior parte, però, non ha il marchio di certificazione necessario per la vendita in Europa.

La trasmissione Report – andata in onda ieri sera su Rai 3 – ha scoperto che i certificati di garanzia presentati per partecipare alla gara Consip da 60 milioni di euro di fine marzo erano, in diversi casi, falsi o non validi. L’amministratore delegato di Consip, Cristiano Cannarsa, ha spiegato che i controlli vengono fatti dopo l’aggiudicazione e la stipula del contratto, ma il pagamento avviene solo dopo il via libera. I giornalisti hanno svelato come siano entrate nel mercato, per provare ad aggiudicarsi la gara, aziende che si occupavano di tutt’altro prima della pandemia.

Il Codacons ha inviato alla Corte dei Conti della Liguria e all’Anac un esposto sul caso delle mascherine importate dalla Cina e sequestrate dalla Procura di Savona. La vicenda è quella che vede coinvolta la Only Logistics Italia srl, di cui è amministratrice unica l’ex presidente della Camera dei deputati, Irene Pivetti.

A inizio aprile, nel savonese, la guardia di finanza ha iniziato a indagare su farmacisti che vendevano mascherine a prezzi più alti del 200/250%. Risalendo la filiera ha scoperto che provenivano da un carico in gran parte sequestrato all’aeroporto di Malpensa, privo di certificazione. Nell’indagine è emerso che a importarle è stata la società della Pivetti, che nel frattempo aveva firmato un contratto di fornitura con la Protezione civile per 15 milioni di mascherine al prezzo di 30 milioni di euro.

Ora il Codacons chiede di accertare se possa esserci stato uno “spreco di denaro pubblico, accertando l’operato della Protezione civile nell’ambito della procedura per l’individuazione della Only Logistics per il contratto di forniture di mascherine e, conseguentemente, sanzionando le eventuali scelte dannose per la collettività stessa, comprese le ipotesi di illeciti, fonte di danno erariale”. La Pivetti ha spiegato al Corriere della Sera che “le regole sono cambiate in corsa”, per questo la sua società si è ritrovata con delle mascherine fuorilegge. L’ex presidente della Camera ha difeso il suo lavoro, lamentando di essere stata colpita solo per il suo cognome.

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