Federico Mollicone di Fratelli d'Italia durante il voto finale sul dl Aiuti alla Camera dei Deputati, Roma, 11 luglio 2022. Foto Ansa

Maternità surrogatala stretta del governoPunita anche se all'estero

Mollicone: "Peggio della pedofilia" M5S: "Destra nega i diritti dei bambini"

ROMA – In arrivo la stretta del governo Meloni sulla maternità surrogata. Tra martedì e mercoledì il presidente della commissione Giustizia Ciro Maschio (Fratelli d’Italia) convocherà l’ufficio di presidenza per mettere all’ordine del giorno la proposta di legge che renderà la gestazione per altri un reato universale. Il testo estenderebbe il divieto di “surrogazione di maternità”  anche all’estero, colpendo quindi i cittadini italiani che si affidano a questa pratica nei paesi stranieri dove è considerata legale. Dalle opposizioni si levano le prime voci di dissenso sulla proposta. “Al governo non frega nulla di questi bambini, vogliono punire i genitori perché l’unica lente attraverso cui guardano è quella del codice penale”, attacca il segretario di +Europa Riccardo Magi.

Polemica sulle dichiarazioni della maggioranza

Il presidente della commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone (Fratelli d’Italia), ha definito la maternità surrogata “un reato più grave della pedofilia”. A sostegno della sua tesi Mollicone ha citato anche Antonio Gramsci: “L’utero in affitto veniva già stigmatizzato da Gramsci che parlava di ‘vendita delle ovaie di fanciulle povere a ricche signore’”. Contro Mollicone è insorto il Movimento cinque stelle: “Parole gravissime che meritano il massimo sdegno. Continua la campagna di negazione dei diritti dei bambini da parte della destra”, hanno tuonato la deputata Chiara Appendino e la coordinatrice del Comitato politiche di genere Alessandra Maiorino.

“Se due persone dello stesso sesso chiedono il riconoscimento, cioè l’iscrizione all’anagrafe, di un bambino che spacciano per proprio figlio, significa che questa maternità surrogata l’hanno fatta fuori dai confini nazionali”, ha dichiarato il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, in diretta a La7. Nella giornata di ieri la ministra per la famiglia Eugenia Maria Roccella ha difeso questa presa di posizione: “Magari ‘spacciare’ non è il termine corretto, ma la verità è quella detta da Rampelli. La legge dice che per essere adottati ci vogliono un padre e una madre”. A placare le acque è intervenuto il ministro della Salute Orazio Schillaci: “Affrontare questi problemi con calma è nell’interesse di tutti”. 

Niccolò Maurelli

Laureato in scienze politiche e relazioni internazionali, grande appassionato di calcio e Formula 1. Cultura e sport sono gli ambiti che preferisco: quando sarò giornalista professionista, mi piacerebbe seguire i più grandi eventi sportivi internazionali.