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Meloni al Senato: “Non mandiamo soldati a Kiev”. Su Gaza: “Sì alla Palestina, ma senza Hamas”

di Enza Savarese22 Ottobre 2025
22 Ottobre 2025
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La premier Giorgia Meloni al Senato |Foto Ansa

ROMA – Standing ovation e applausi dalle poltrone del centro destra, critiche da parte dell’opposizione. Si sono concluse così questa mattina in Senato le comunicazioni della premier Giorgia Meloni alla vigilia del Consiglio europeo a Bruxelles. Dopo aver terminato il suo discorso, è il tempo delle repliche dalle file del Senato. Un copione che si ripeterà alle 16.15 anche alla Camera dei Deputati. Il fitto programma parlamentare, in cui è previsto anche il voto di cinque risoluzioni diverse presentate dai partiti di opposizione, coincide oggi con il terzo anniversario del governo Meloni, che proprio il 22 ottobre del 2022 giurò al Quirinale. 

Su Gaza: “Italia pronta a incrementare il suo sforzo”

Si prospetta un vertice europeo “estremamente complesso”. Lo preannuncia la premier Meloni all’inizio delle sue comunicazioni in Senato. Il primo tema affrontato è quello del fronte mediorientale. Parlando della pace raggiunta, la presidente del Consiglio rinnova i ringraziamenti al tavolo dei mediatori, ma soprattutto al presidente americano Donald Trump a cui si deve “l’indiscutibile successo”. Per il futuro di Gaza Meloni assicura l’intervento dell’Italia che “è pronta a incrementare il suo sforzo” per le fasi successive dell’accordo. Ma il nodo resta Hamas. Per il capo del Governo il riconoscimento della Palestina può avvenire solo se il gruppo miliziano viene disarmato ed escluso dal futuro governo. Anche se l’Italia ha “condannato i piani di espansione degli insediamenti israeliani, ritenuti inaccettabili” per la premier l’unico “vero nemico dei palestinesi” resta Hamas. 

Pieno sostegno a Kiev, ma senza soldati italiani

Sul fronte ucraino invece la posizione dell’Italia “non cambia e non può cambiare”. Davanti alle continue vittime civili, la presidente al Senato ha ribadito il pieno sostegno italiano a Kiev. Un appoggio che però non si concretizzerà con l’invio di soldati italiani al fronte ucraino, sottolinea Meloni, che punta il dito contro Mosca e Putin. Il capo del Cremlino ha “gettato la maschera” di pacificatore “ponendo condizioni impossibili per una seria iniziativa di pace”, ha concluso la premier. 

Sulla difesa: “Soluzioni finanziarie più ambiziose”

Dopo la precisazione sul mancato invio di soldati sul campo ucraino, Meloni ha proseguito a parlare di difesa. In un’ottica più ampia, la linea italiana è quella di un rafforzamento. Obiettivo che richiede inevitabilmente “soluzioni finanziarie ancora più ambiziose”, fa sapere il capo del Governo che preannuncia di aprire un dibattito, una volta a Bruxelles, “per rendere permanente la flessibilità sul patto di stabilità e crescita”, conclude.

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