Covid: morto Fausto Gresiniex iridato e talent scoutche scoprì grandi campioni

"La notizia che non avremo voluto dare" Ieri una fake news sul suo decesso

Fabio Gresini non ce l’ha fatta. L’ex pilota e manager dell’omonimo team è morto a 60 anni per complicanze dovute all’infezione da Covid-19. Gresini aveva contratto il virus poco prima di Natale restando inizialmente isolato nella propria abitazione. Il 27 dicembre era stato ricoverato presso l’ospedale Santa Maria della Scaletta di Imola per poi essere trasferito, in seguito a complicazioni, all’ospedale Maggiore di Bologna il 30 dicembre.  “La notizia che non avremo mai voluto darvi e che siamo costretti a scrivere”. Ciao Fausto”, questo il messaggio con cui il Team Gresini ha annunciato la morte del manager.

Una morte quella dell’ex pilota già annunciata erroneamente ieri sera dai media e amplificata dalle tv ma duramente smentita dal figlio, Lorenzo Gresini, tramite Facebook: “Voglio ringraziare la stampa che ha avuto così tanto tatto nel comunicare e divulgare una notizia non verificata, siete proprio avvoltoi! Il mio grande babbo sta molto male, ma il suo giorno non sarà oggi!”.

Gresini esordisce nel 1982, correndo sempre nella classe minore del motomondiale, la 125, dove ha vinto 21 gare e due titoli mondiali. Il primo nel 1985 su Garelli, trionfando in Austria, Belgio e San Marino. Il secondo nel 1987 con una stagione da incorniciare: 10 vittorie su 11 gare in calendario (tutte tranne quella in Portogallo dove forò una gomma). Una volta ritiratosi, nel 1995, fonda il Team che porta il suo nome con cui ha trionfato come team manager in Moto3, 250, Moto2 e MotoE. Tanti i piloti che negli anni hanno corso per la sua scuderia, da Tony Elias a Loris Capirossi. Non solo vittorie ma anche lutti: Daijiro Kato, morto a Suzuka nel 2003. Correva per lui, con la Honda, anche Marco Simoncelli quando morì nel 2011 a Sepang. Proprio del Sic Gresini aveva parlato in una recente intervista, descrivendolo come “un vero guerriero a cui piaceva lottare”.