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“Un pugno al cuore lo ha ucciso”

"Un pugno al cuore
ha ucciso Navalny"
L'indiscrezione del Times

La madre fa causa a Mosca per la salma

Arrestato prete scelto per il funerale

di Lorenzo Urbani21 Febbraio 2024
21 Febbraio 2024

Immagine ricordo di Alexei Navalny, l'oppositore russo morto il 16 febbraio | foto Ansa

MOSCA – La causa della morte di Alexei Navalny potrebbe essere un forte pugno al cuore. Una tecnica usata dagli agenti delle forze speciali dell’ex Kgb. È quanto scrive il Times citando Vladimir Osechkin, fondatore del gruppo per i diritti umani Gulagu.net. Stando a una fonte di Osechkin, prima della morte Navalny era stato costretto a trascorrere più di due ore e mezzo all’aperto a 27 gradi sotto lo zero. Poi un “unico pugno”. La madre del dissidente russo, Lyudmila Navalnaya, alla quale viene impedito di vedere il corpo del figlio dal giorno del decesso, ha fatto causa a Mosca. Come riporta l’Agenzia Tass la corte ha ricevuto una denuncia per “atti illegali”. Il tribunale di Salekhard, a porte chiuse, esaminerà il caso il prossimo 4 marzo. Intanto Kira Yarmysh, portavoce di Navalny, su X ha affermato: Il prete che voleva tenere una cerimonia commemorativa per Aleksey” è stato arrestato dalle forze di sicurezza russe.

Trump si paragona a Navalny

Intanto sulla morte di Navalny arriva il commento di Donald Trump, che durante un comizio a Greenville ha paragonato la sua esperienza politica a quella dell’oppositore russo. Il tycoon ha affermato che entrambi sono stati perseguitati. L’ex presidente in corsa per la Casa Bianca ha poi attaccato il sistema affermando: “Ci stiamo trasformando in un Paese comunista in molti sensi”, alludendo alla sua condanna nel processo per frode civile, in cui un giudice di New York gli ha ordinato di pagare 355 milioni di dollari in sanzioni.

L’ultima lettera del dissidente dalla colonia penale IK-3 
“Ciao Sergey. Ho letto il racconto ‘Nel burrone’ di Cechov”. Così nell’ultima lettera scritta nel carcere siberiano prima di morire, l’oppositore russo scriveva a Sergey Parkhomenko, uno degli esponenti della rivoluzione bianca di piazza Bolotnaya. Convinto pacifista che, insieme a Navalny, è stato una delle figure più importanti del movimento di protesta del 2011-2013. Sergey ha ricevuto la lettera lunedì 19 febbraio, cinque giorni dopo la morte del dissidente.

Le parole di Yashin

Intanto la notizia del decesso del politico russo arriva ai suoi amici. Ilya Yashin ha saputo della morte di Navalny solo martedì 20 febbraio. L’oppositore russo è in una colonia penale condannato a nove anni per essersi opposto alla guerra in Ucraina. Un messaggio di vicinanza conciso e diretto: “Caro Navalny, te lo prometto, continuerò a combattere – ha scritto Yashin – sono dietro le sbarre, la mia vita è nelle mani di Putin ed è in pericolo. Non ho dubbi che sia stato ucciso”.

A Bruxelles si discuterà dello stato dell’opposizione democratica russa

Il Parlamento europeo si riunirà domani, 22 febbraio, per discutere sulla situazione dell’opposizione democratica russa dopo la morte di Navalny del 16 febbraio. La riunione congiunta coinvolgerà la commissione affari esteri, la sottocommissione per i diritti umani e la delegazione per le relazioni con la Russia.

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