Non si fermano le minacce, sale l’allerta in Corea
Chiesta la mediazione di Cina e Russia

L’allerta è alta e, per il momento, non ci sono segnali di distensione. La Corea del Nord non si sposta dalle sue posizioni e il rischio di un attacco missilistico contro Seul (capitale della Corea del Sud) e contro obiettivi americani permane tanto che l’allarme ha raggiunto il livello 2, quello che indica una “minaccia vitale” (normalmente il livello di tranquillità è 4, mentre il 3 indica un’importante minaccia). Secondo l’agenzia coreana Yonhap, infatti, c’è il rischio concreto che dalla Corea del Nord possano partire missili di diverso tipo (Musudan, Scud e Nodong) e da siti differenti. Notizia confermata dalla sicurezza nazionale sudcoreana che ha riferito come da Pyongyang (capitale nordcoreana) siano stati trasportati sulla costa orientale due missili Musudan capaci di colpire fino a 4000 km di distanza. Nonostante questi segnali, tuttavia, il governo americano è attendista e comunica che nessun missile lanciato dalla Corea del Nord verrà abbattuto se non costituirà pericolo per gli USA o un paese alleato.
Il Giappone si prepara. Chi invece preferisce premunirsi è il governo di Tokyo. Nel centro della capitale e a Okinawa sono state schierate grandi batterie di missili Patriot, a scopo precauzionale, per neutralizzare il probabile test missilistico nordcoreano. Tutto avviene dopo la pubblicazione di un articolo sul Rodong Sinmun, quotidiano del partito unico nordcoreano, dove dal governo di Pyongyang si minacciano attacchi al Giappone e alle sue principali città, in caso di azioni che avrebbero provocato l’inizio di uno scontro armato. Sempre l’agenzia Yonhap rivela che un primo lancio «è tecnicamente possibile, anche domani». La massima allerta è però fissata per il 15 aprile, data in cui ricorre l’anniversario della nascita del Primo Leader nordcoreano, Kim Il-Sung.
Fermare il conflitto. È chiaro come un simile clima di tensione non sia sostenibile a lungo. Per questo motivo il ministro degli esteri sudcoreano, Yun Byung-se, ha avviato contatti con Russia e Cina per chiedere di mediare con la Corea del Nord e porre fine alle provocazioni militari. Intanto si ferma anche il turismo. Da oggi il più importante valico che collega la Corea del Nord alla Cina, quello di Dandong, è stato chiuso a coloro che vogliono attraversare per fini turistici. Tuttavia, al momento, non risulta ci siano restrizioni per chi si reca nel paese a scopo professionale.

Domenico Cavazzino