Nuova Zelanda sotto attacco49 morti in due moscheela strage in diretta social

A colpire Christchurch quattro persone Su un'arma c'era il nome di Luca Traini

Attacco terroristico anti-islamico a Christchurch, in Nuova Zelanda. Alle 3 di notte, ora italiana, due moschee della città, quella di Deans Avenue e quella di Linwood, sono state attaccate. Almeno 49 persone sono morte e altre 48 sono rimaste ferite.

A sparare con due mitra sarebbe stato un commando di quattro persone. Tra queste Brenton Tarrant, un australiano bianco di 28 anni. Lo riporta il quotidiano neozelandese New Zealand Herald, citando la polizia australiana.

L’uomo ha ripreso la strage in diretta e l’ha pubblicata su Facebook, ma il video è stato rimosso dal social network. Tarrant ha anche diffuso un manifesto anti-migranti ed anti-islamico di 74 pagine, chiamato “The Great Replacement”. Nel documento l’uomo si dice “fascista”, inneggia a Donald Trump, alla Cina e alla morte della cancelliera tedesca Angela Merkel, del presidente turco Recep Tayyp Erdogan e di Sadiq Khan, sindaco laburista di Londra figlio di immigrati pachistani musulmani.

Le autorità hanno detto alla popolazione di “restare in casa” e chiesto alle moschee di “tenere la porte chiuse”.

Il video dell’attentato

Il terrorista, mentre compieva la strage, ascoltava una canzone patriottica serba in cui si cita il nome di Radovan Karadzic, l’ex capo politico dei serbi di Bosnia condannato per crimini di guerra a 40 anni di carcere dal Tribunale penale internazionale per i crimini nella ex Jugoslavia.

Tarrant, inoltre, come riporta il sito australiano News.com.au, aveva preannunciato l’attacco sul forum ‘8chan’ e progettava gli attacchi da due anni, ma avrebbe deciso di colpire la Nuova Zelanda – che non sarebbe stato l’obiettivo originale – solo tre mesi fa. La polizia australiana ha inoltre annunciato di aver arrestato tre uomini e una donna e di aver disinnescato alcuni ordigni artigianali. Uno di questi è stato incriminato e domani, sabato, comparirà davanti a una Corte con l’accusa di omicidio. Non sono ancora state fornite precisazioni sugli altri tre.

“Molte delle persone colpite da questo atto di estrema violenza saranno della nostra comunità di migranti e rifugiati. La Nuova Zelanda è la loro casa, dovrebbero essere al sicuro. Siamo stati attaccati perché rappresentiamo la diversità”, ha commentato la premier neozelandese, Jacinda Ardern.

Arden: “Attaccati perché rappresentiamo la diversità”

Sulle armi utilizzate per la strage ci sarebbero scritte che fanno riferimento ad attacchi terroristici di stampo razzista del passato: tra i nomi di diversi terroristi e suprematisti quello di Luca Traini, autore dell’attacco contro alcuni migranti a Macerata il 3 febbraio dello scorso anno.

Elisabetta II, regina d’Inghilterra e del Commonwealth (di cui fa parte la Nuova Zelanda) ha espresso dolore e sgomento per l’attentato. “Sono profondamente rattristata dagli spaventosi eventi di oggi a Christchurch”, ha scritto in un messaggio al governatore generale del Regno nel Paese dell’Oceania diffuso da Buckingham Palace. E ha aggiunto: “Il principe Filippo ed io inviamo le nostre condoglianze alle famiglie e agli amici di coloro che hanno perduto la vita. I miei pensieri e le mie preghiere sono con tutti i neozelandesi”.

Chi è Luca Traini

Aggiornamento ore 13: Il presidente americano Donald Trump condanna su Twitter “l’orribile massacro” in Nuova Zelanda, dove “49 innocenti sono stati uccisi senza senso, e molti altri sono stati seriamente feriti”. “Gli Stati Uniti – aggiunge il numero uno della Casa Bianca- sono a fianco della Nuova Zelanda”.  Nel frattempo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ad Ancona durante l’apertura del 50/o anno accademico dell’Università Politecnica delle Marche, ha commentato così la strage: “Quanto avvenuto dall’altra parte del mondo, in Nuova Zelanda è un segnale d’allarme gravissimo. Cancellare la storia e rifiutare la storia cancella la civiltà”.

Aggiornamento ore 12.52: Papa Francesco si è detto “profondamente addolorato nell’apprendere della ferita e della perdita di vite umane causate dagli insensati atti di violenza alle due Moschee a Christchurch, e assicura a tutti i neozelandesi, e in particolare alla comunità musulmana, la sua sincera solidarietà sull’onda di questi attacchi”. Lo riporta il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, in un messaggio di cordoglio per le vittime dell’attentato, inviato a nome del Pontefice.

Aggiornamento ore 11.52: “Se i Paesi occidentali non prendono rapidamente misure contro l’islamofobia crescente, che si sta espandendo come un cancro, stragi come quella in Nuova Zelanda saranno inevitabili” ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan in riferimento all’attentato, parlando di “una piega pericolosa che minaccia l’umanità intera”. Il leader di Ankara ha poi fatto riferimento a Tarrant, dicendo che “l’assassino ha minacciato anche il mio Paese, il mio popolo e la mia persona”.

Aggiornamento ore 10.40:  L’avvocato di Luca Traini, Giancarlo Giulianelli ha commentato così il riferimento al suo assistito da parte degli attentatori delle due moschee in Nuova Zelanda: “E’ veramente drammatico quello che è successo in Nuova Zelanda. Con me anche Luca Traini condanna quell’attentato crudele. Lascia sconcertati anche la citazione di Traini nei caricatori degli attentatori. Non c’è assolutamente alcuna attinenza. La mamma degli imbecilli è sempre incinta in tutti i paesi del mondo”.

Intanto si apprende che uno dei terroristi prima di colpire aveva pubblicato sul suo account Twitter – ora rimosso- una foto delle armi della strage con alcune scritte. Tra queste, oltre a Luca Traini, il nome di Sebastiano Venier (doge della Repubblica di Venezia che sconfisse i turchi durante la battaglia di Lepanto del 1571), Rotherham (dove nel 2014 scoppiò lo scandalo di 1.400 bambini abusati – gli arrestati in gran parte provenivano dalla comunità pachistana del luogo), Alexandre Bissonnette (attentatore in Canada a una moschea a Quebec City il 30 gennaio 2017), Shipka Pass (scontro avvenuto in Bulgaria tra l’impero russo e quello ottomano nel 1877), Novak Vujosevic (protagonista della battaglia di Fundina che avvenne del 1876 tra l’esercito cristiano montenegrino e quello ottomano), Vienna 1683 (battaglia che concluse l’assedio dell’esercito turco alla capitale austriaca), Carlo Martello (re dei Franchi che combatté la Battaglia di Poitiers in cui frenò l’espansione musulmana verso l’Europa occidentale).

Giacomo Andreoli

Nato a Roma il 16/08/1995. Laureato triennale in Filosofia all'Università degli Studi Roma Tre, ha collaborato con il magazine "Wild Italy" ed il quotidiano del litorale romano "Il Corriere della Città". Si è occupato principalmente di cronaca e politica locale (Anzio, Aprilia, Latina, Pomezia, Roma) e nazionale-europea (con focus ed approfondimenti).