Ondata di atti terroristici in Iraq nel giorno del decimo anniversario dell’invasione americana. A Bagdad cinquanta vittime

Ennesima ondata di attentati in Iraq, ma stavolta gli attacchi non avvengono in un giorno casuale ma nell’anniversario dell’invasione degli Stati Uniti e della guerra contro il regime di Saddam Hussein.

Gli attentati antisciiti sono stati rivendicati da Al Qaeda e si sono concentrati maggiormente nella zona di Baghdad, in particolare nel quartiere di Allawi, accanto alla “green zone” che ospita autorità e diplomatici dei paesi esteri. Un camion bomba è scoppiato accanto ad una stazione della polizia mentre un’altra esplosione è avvenuta in un mercato gremito di persone.  Il bilancio, provvisorio, è di sessanta morti e almeno 220 feriti. Il comunicato di rivendicazione della cellula terroristica “Stato Islamico dell’Iraq” (Isi), pubblicato su internet in un sito filojihadista, recitava: “Quanto avete ricevuto martedì è la prima fase che, ad Allah piacendo, sarà seguita dalla vendetta per coloro che avete giustiziato”. I seguaci di Bin Laden sostengono che gli atti terroristici sono una risposta alle affermazioni dello sciita Hassan al Shimari, ministro della Giustizia, che pochi giorni fa aveva affermato di non voler arrestare le esecuzioni di massa degli estremisti sunniti: nello scorso anno 129 persone sono state condannate alla pena capitale per atti di terrorismo e 21 sono state uccise nello stesso giorno senza tener conto della condanna  delle Nazioni Unite , della Gran Bretagna , dell’Unione Europea insieme ad Amnesty International e Human Rights  Watch.
Nonostante gli attentati siano diminuiti rispetto a qualche anno fa, solo nel mese di febbraio sono state uccise oltre 220 persone. Molto spesso le esplosioni colpiscono centri nevralgici della vita civile, uccidendo chi cerca un po’ di normalità in una terra che, ancora oggi dopo dieci anni, non trova pace.

 Francesca Ascoli