Il segretario della Lega Matteo Salvini incontra la stampa prima di donare il sangue in un centro Avis. Da quando e' iniziata l'emergenza del Coronavirus il numero dei donatori di sangue si e' drasticamente ridotto, Milano, 13 Marzo 2020. ANSA / MATTEO BAZZI

Opposizioni contro ConteSalvini: "Chiudere Schengen"Meloni: "Valuti mio piano"

Lega e Fdi alzano i toni con il governo Forza Italia: "Bce come Don Abbondio"

Opposizione all’attacco. Matteo Salvini e Giorgia Meloni riprendono la polemica con il governo dopo i giorni di – apparente – solidarietà nazionale dovuti all’adozione delle drastiche misure di contenzione del Covid-19 da parte del presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

È il leader della Lega ad alzare i toni, già ieri sera, dopo l’uscita del bollettino della Protezione Civile: “Più di 1.000 morti per virus in pochi giorni (189 in più rispetto a ieri). #Chiuderetutto, ma sul serio”, ha scritto su Twitter. Il numero uno del Carroccio, da martedì mattina, chiede che vengano chiuse anche le industrie e gli esercizi commerciali che Palazzo Chigi ha lasciato aperti per non bloccare del tutto l’economia italiana.

Questa mattina poi ha chiesto di non permettere più entrate e uscite in Italia, anche dai paesi vicini. “Prima si chiude Schengen e meglio è”, ha affermato ai giornalisti fuori dall’Avis di Milano, dove si è recato a donare il sangue. “Ogni giorno perso sono morti in più, prima si chiude e prima ci si cura anche a livello di frontiere”.

La presidente di Fratelli d’Italia ha proposte meno drastiche, che chiede però vengano prese in seria considerazione dal premier Conte. “C’è il tema della chiusura. Ma chi è costretto a lavorare va messo in totale sicurezza: bisogna sanificare i luoghi di lavoro e aiutare economicamente chi sta andando a lavorare”, ha detto questa mattina a Radio Anch’Io. “Aspettiamo di leggere il testo ma si e aperta una breccia nel governo: ritengo che alcune nostre proposte dovrebbero essere nel decreto”.

Più sfumata invece la posizione di Forza Italia che, più che prendersela con il governo, se la prende con la Bce e Christine Lagarde, le cui parole ieri hanno causato un tracollo di Piazza Affari (-17%) e un’impennata dello spread (+ 60 punti). “I timori della Bce hanno bruciato 80 miliardi in borsa. Rimpiangiamo Mario Draghi. Lagarde si è dimostrata inadeguata alla gravità della situazione emergenza. Oggi non servono nuovi don Abbondio”, ha scritto Antonio Tajani, ex presidente del Parlamento europeo, su Twitter. “La Commissione Ue abbia coraggio – ha poi scritto – non segua l’esempio della Banca”.

Federico Marconi

Roma, 1993. Dopo la maturità scientifica abbandona i numeri per passare alle lettere: prima di approdare alla Lumsa studia storia contemporanea a La Sapienza e giornalismo alla Fondazione Basso. Ha prodotto un web-doc per ilfattoquotidiano.it e collabora con L’Espresso