Paola Nugnes,ex Cinquestelle"I 5S sono centralistie non tollerano le fronde"

"Vogliono essere ago della bilancia per restare sempre al governo"

Ieri, al Senato, insieme al voto di fiducia a Mario Draghi, è arrivato anche lo strappo nei 5 Stelle. I no provenienti dal Movimento sono quindici e i senatori dissidenti sono stati prontamente espulsi dal partito.

Per Lumsanews abbiamo parlato con Paola Nugnes, ex 5S passata a Liberi e uguali nel 2019 a seguito di dissidi interni.

Quindici senatori 5 Stelle hanno votato no alla fiducia a Draghi andando contro la generale volontà del Movimento e Vito Crimi ne ha annunciato l’espulsione dal gruppo. Lei cosa ne pensa?

“Il Movimento 5 Stelle è fatto di tante anime. Alcuni dissidenti sono sicuramente di un’area di sinistra e quindi contrari all’allargamento a Lega e Forza Italia. Altri invece sono  sovranisti che guardano con difficoltà all’europeismo del Movimento. Questo processo europeista andrebbe gestito e invece si è imposto con Draghi”.

Cosa può dire riguardo alla deriva del Movimento, questa non accettazione delle opinioni contrarie che infatti culmina con le espulsioni?

“Non è una deriva: questo è il centralismo democratico che il Movimento ha sempre imposto ad un corpo politico estremamente variegato che non poteva che portare a questo. A loro non interessa avere queste fronde, vogliono essere presenti nella percentuale anche minore ma sempre presenti e quindi allearsi sempre con la parte che governerà”.

Barbara Lezzi è tra i dissidenti espulsi e ha provocatoriamente dichiarato che  si candiderà ugualmente al Direttorio dei 5S.

“Lezzi ha tutte le ragioni per farlo. Io non condivido la sua linea politica ma quando si comincia a non essere più d’accordo con gli obiettivi diventa tutto più difficile. Non ho condivisa tante sue scelte, ma ha tutto il diritto di candidarsi alla guida dei 5 Stelle”.

Il senatore Mattia Crucioli al contrario ha accettato l’espulsione dicendo che si tratta di una scelta coerente.

“Sì, anche io quando mi hanno espulsa non feci nessun ricorso perché mi resi conto che non erano solo gli strumenti ad essere messi in discussione, ma ormai i valori del Movimento non erano più quelli del momento in cui sono entrata. Ormai è finito un percorso e il Movimento ha preso un’altra strada”.

La scissione è ormai quasi una certezza. Lei ritiene che con il numero degli espulsi sarebbe possibile la creazione di un gruppo autonomo al Senato?

“Bisognerà capire come questi fuoriusciti affronteranno i vari temi politici in discussione, ma al momento non vedo questa possibilità”.

Anche lei ha votato “no” al governo Draghi. Come mai questa scelta?

“Nel gruppo di Liberi e Uguali ci sono il partito Articolo 1 e Sinistra italiana. L’assemblea di Sinistra Italiana domenica dopo averne discusso ha votato e l’87% ha detto “no”. Questa votazione si è trovata in linea con il mio pensiero. Creare una maggioranza così allargata significa non mettere il Parlamento in condizione di lavorare. Noi abbiamo sul tavolo un tema molto politico che sono le scelte del Recovery Plan e sento che questo sia stato un modo per tenere fuori il Parlamento da questo processo”.

Claudia Torrisi

Mi chiamo Claudia Torrisi, ho una laurea triennale in Lettere moderne e una magistrale in Editoria e scrittura, conclusa con una tesi riguardante la disinformazione e il fenomeno deepfake.