epa07990095 A view of rockets fired from the Gaza Strip towards Israel, in Gaza City, 12 November 2019. According to reports, the Israeli Air Force (IAF) has targeted and killed in Gaza early 12 November, Bahaa Abu-el Atta (Baha Abu al-Ata), a senior Islamic Jihad commander who Israel has accused of being behind recent barrages of rockets. The Israeli raids in Gaza immediately prompted rounds of retaliatory rockets from Gaza. EPA/MOHAMMED SABER

Tensione Israele-Gazaventidue le vittimeLanciati oltre 200 razzi

Riaccende lo scontro la morte di al-Ata il capo della Jihad islamica palestinese

Gli attacchi israeliani a Gaza hanno provocato finora la morte di 22 palestinesi e il ferimento di oltre 50 persone, secondo quanto riferito dal ministero della sanità locale. A Gaza è tornato il terrore: strade vuote, scuole chiuse e automobili con altoparlanti che leggono i nomi delle persone uccise. Sono oltre 220 i lanci da martedì mattina verso Israele, con più del 90% intercettati e distrutti dal sistema “Iron Dome”.

Le ostilità sono riprese dopo l’uccisione di Baha Abu al-Ata, uno dei capi della Jihad islamica, un movimento terroristico che ha i suoi rappresentanti a Damasco, a Beirut e a Gaza. Al-Ata aveva ai suoi ordini alcune centinaia di uomini, disponeva di decine di missili e di alcuni droni. Alle 4 e 30 del mattino un missile lanciato da un caccia israeliano ha centrato in pieno il terzo piano dove si trovava con la moglie e l’ha sventrato. Questo l’episodio che ha scatenato la rappresaglia di Gaza.

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha spiegato che Abu al-Ata “aveva ideato e condotto numerosi attacchi terroristici, lanciato centinaia di razzi sulle nostre comunità, e stava pianificando nuovi attentati: era una bomba a orologeria”. Il capo delle forze armate di Tel Aviv, Aviv Kochavi ha aggiunto che aveva “sabotato tutti gli sforzi per arrivare a un cessate-il-fuoco”.

La novità del conflitto tra Israele e Gaza è che il nemico principale non è più Hamas, ma la Jihad islamica palestinese. I suoi militanti hanno lanciato una sfida sia al movimento che governa Gaza dal 2007 sia allo Stato ebraico. Hanno trovato appoggio nell’Iran e costituito un arsenale di razzi impiegato anche durante le tregue. Per questo il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha deciso di decapitare il gruppo.

Il nuovo scontro tra Israele e Gaza avviene mentre a Gerusalemme c’è un governo provvisorio, uscito troppo debole dalle ultime elezioni per avere una maggioranza di seggi alla Knesset, il parlamento israeliano. Nella guerra contro i palestinesi, Israele ha come alleato l’Arabia Saudita, con la quale condivide l’ostilità verso l’ Iran, che sostiene invece Gaza. Tant’è che oggi il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran Abbas Mousavi ha dichiarato che “l’Iran condanna con forza gli attacchi terroristici del regime sionista sulla Striscia di Gaza e l’assassino del comandante del Jihad islamico Baha Abu al-Ata”.

Alessandro Rosi

Il basket lo appassiona mentre la scrittura lo emoziona. Nato a Roma nel 1989, intraprende la carriera giuridica fino ad ottenere l’abilitazione alla professione forense, ma nel frattempo viene stregato dal mondo del giornalismo. Come dice John Lennon: “La vita è ciò che ti succede mentre stai facendo altri progetti”.