Italia viva è pronta a votare in Parlamento il ddl Costa se sulla prescrizione non venisse prima approvato il lodo Annibali nel Milleproroghe. Lo ha detto Matteo Renzi all'Assemblea nazionale di Italia Viva. "Se qualcuno pensa che per lo status quo del governo rinunciamo a secoli di civiltà giuridica, si sbaglia". FERMO IMMAGINE FACEBOOK ITALIA VIVA +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++

Prescrizione, Renzi minaccia"Bonafede non ha i numeri"Il Pd propone mediazione

Zingaretti: "Soluzione si può trovare" Meloni: "Spero che vada in fondo"

“Al Senato non ha i numeri”. Un avvertimento che sa di minaccia alla tenuta della maggioranza, quello che Matteo Renzi lancia al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede sulla prescrizione. “Gli abbiamo detto che non si può andare contro tutti. Partiamo dal lodo Annibali per bloccarne gli effetti (per un anno, ndr) e discutiamone insieme”, ha scritto il leader di Italia Viva nella sua newsletter.

Continua l’offensiva dell’ex premier contro la Legge “spazzacorrotti”, cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle, che prevede lo stop alla prescrizione dopo la sentenza di primo grado. Legge che fa traballare il governo, tant’è che anche i parlamentari Pd iniziano a pressare il Guardasigilli. “Io confido che le soluzioni si possano trovare: se non si trovassero andremo avanti con la nostra legge, ma la nostra iniziativa non è per rompere o distruggere”, ha affermato il segretario dem Nicola Zingaretti.

Bonafede, che è anche capo delegazione dei 5S al governo dopo il passo indietro di Luigi Di Maio, ha fatto sapere di non accettare ricatti e minacce. Ma un nuovo accordo è necessario per non far entrare in crisi l’esecutivo.

La mossa di Renzi fa gola alle opposizioni. “Spero che vada fino in fondo”, ha dichiarato Giorgia Meloni, numero uno di Fratelli d’Italia. Più sfumata la posizione del segretario della Lega Matteo Salvini: “Pazzesco questo continuo litigio, con il governo che rimanda ogni decisione: siamo pronti a sostenere qualunque proposta per ridurre i tempi dei processi”.

Il rischio di “liberi tutti” al momento del voto è comunque concreto. “Siamo pronti a chiedere il voto segreto, così le contraddizioni interne alle forze di governo emergeranno con chiarezza”, ha dichiarato il senatore Enrico Costa. Una mossa che permetterebbe ai senatori di Iv – e ad alcuni di quelli dem – di far mancare i numeri al governo.

Federico Marconi

Roma, 1993. Dopo la maturità scientifica abbandona i numeri per passare alle lettere: prima di approdare alla Lumsa studia storia contemporanea a La Sapienza e giornalismo alla Fondazione Basso. Ha prodotto un web-doc per ilfattoquotidiano.it e collabora con L’Espresso