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Presidenza delle Camere
passi avanti verso intesa
tra M5S e centrodestra

Ipotesi Bongiorno per il Senato

Montecitorio, Fraccaro in ascesa

di Dino Cardarelli20 Marzo 2018
20 Marzo 2018

Resta ancora tutta da giocare la partita per la presidenza delle due Camere. Movimento Cinque Stelle e centrodestra sembrano aver fatto passi avanti verso un’intesa soddisfacente. Sono giorni di trattative febbrili. Il leader pentastellato Luigi Di Maio ha avuto colloqui telefonici con i principali esponenti degli altri partiti, dal segretario leghista Matteo Salvini alla presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni fino a Maurizio Martina, segretario reggente del Pd dopo le dimissioni di Matteo Renzi.

L’ipotesi prevalente, nei giorni scorsi, era quella di un esponente del centrodestra alla guida del Senato e un pentastellato a Montecitorio. Ma non viene esclusa nemmeno l’idea opposta, con la Camera assegnata al centrodestra e Palazzo Madama a M5S.

Quanto ai nomi, è in forte ascesa quello di Giulia Bongiorno per la presidenza del Senato. Neoeletta nelle file della Lega, sostenuta da Salvini, la Bongiorno godrebbe anche dell’appoggio Cinque Stelle che la riterrebbero sufficientemente anti-berlusconiana. Un’altra figura in ascesa sarebbe quella di Annamaria Bernini, esponente di Forza Italia. In calo le quotazioni del leghista Roberto Calderoli, vicepresidente uscente, così come quelle dell’altro forzista Paolo Romani, inviso a MS5 per una condanna passata in giudicato per peculato per una vicenda risalente al suo mandato di assessore all’urbanistica del Comune di Monza riguardante l’uso improprio del cellulare di servizio.

Per la Camera è in fortissima ascesa la candidatura di Riccardo Fraccaro, esponente del Movimento Cinque Stelle che Di Maio ha già inserito nell’ipotetico governo grillino con la delega dei Rapporti con il Parlamento. Stabili anche le quotazioni di Giancarlo Giorgetti, il più “istituzionale” dei leghisti, che riscuoterebbe anche il consenso del Partito democratico, e dell’altro esponente di M5S Emilio Carelli, mentre è in calo Roberto Fico, la carta che Di Maio potrebbe giocarsi per sedare gli animi nell’ala ortodossa del Movimento, contraria all’intesa con la Lega.

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