Proseguono gli attacchi a Gerusalmeme e nelle zone di confine. Nuova ondata di sangue in Medio Oriente

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Sembrano non avere fine le violenze fra palestinesi, cittadini, soldati e agenti di polizia israeliani aggrediti e pronti a soffocare nel sangue gli attacchi in un’escalation di brutalità che si aggrava giorno dopo giorno. Nelle ultime ore si sono verificati ancora attacchi a colpi di lame e scontri a Gerusalmme, non lontano dal confine con Gaza. Prima un giovane plestinese proveniente da Hebron si è scagliato contro alcuni agenti intervenuti per un controllo di polizia nei pressi della Porta di Damasco. Il ragazzo ha reagito alla richiesta di documenti da parte delle forze dell’ordine israeliane estraendo un coltello e avventandosi sugli agenti che si sono difesi sparando e uccidendolo. Il secondo attacco è avvenuto alla stazione centrale degli autobus di Gerusalemme dove un palestinese ha pugnalato una donna israeliana ferendola gravemente. Per via della massiccia presenza di forze dell’ordine nei territori (scheierati nelle utime ore su ordine del premier Benjmin Netanyahu più di mille soldati) l’uomo è stato immediatamente individuato e ucciso  dai colpi d’arma da fuoco dai soldati israeliani. Un terzo presunto attentatore è stato fermato a un posto di blocco mentre tentava di superare il varco con un grosso coltello parzialmente nascosto dal bambino che teneva in braccio.

Gruppi di palestinesi continuano a tenere sotto assedio le zone di confine con lanci di pietre e bottiglie molotov e i soldati israeliani impegati nella difesa del territori hanno più volte risposto sparando prima munizioni di gomma e poi proiettili veri che hanno fermato l’avanzata dei più facinorosi. Particolarmente calda la zona a Est di Gerusalemme, il quadrante da dove sono partiti la maggior parte degli attacchi ai coloni.

Netanyahu, al termine di una riunione di governo, ha ordinato ai soldati di pattugliare con posti di blocco tutto il confine a Est di Gerusalemme e di utilizzare il coprifuoco come strumento di sicurezza preventiva. Il governo dello Stato ebraico ha annunciato che smetterà di consegnare alle famiglie palestinesi i cadaveri dei “terroristi” per evitare che i funerali possano divenatre motivo di nuove e ancora più accese proteste.

Il leader palestinese Abu Mazen ha riferito in un suo discorso andato in onda sulla tv governativa di essere contrario a una terza intifada, di sostenere un movimento pacifico contro Israele, di prolungare il lutto nazionale e ha invocato con forza un provvedimento immediato di protezione internazionale per il popolo palestinese.

Emanuele Bianchi

Emanuele Bianchi

Nasce in Toscana, ma vive da molti anni nella Capitale. Nel 2011 si laurea alla"La Sapienza" in Linguaggi e tecnologie del giornalismo e dell'informazione. Tesi in storia contemporanea, relatrice prof.ssa Simona Colarizi. Pubblicista dal 2006, collabora come cronista per varie testate cartacee occupandosi di sport, inchieste, politica, economia, costume e società. Tifoso viola, appassionato di calcio e di sport motoristici sogna di occuparsi di cronaca sportiva.