People gather during a demonstration to support the Catalan independence referendum in Barcelona, Spain, 29 September 2017. EPA/Alberto Estevez

Referendum in Catalogna:l'indipendenza da Madridvoluta dal 90% dei votanti

Per il premier Rajoy è solo "una farsa" Sono oltre 800 i feriti negli scontri

Non è bastata l’acre tensione con il governo centrale di Madrid, né le minacce del premier spagnolo Mariano Rajoy, né tantomeno il tentativo di delegittimare la votazione: ieri, la Catalogna è andata al voto. Per la sua indipendenza dalla monarchia spagnola.

Sono oltre due milioni e duecentomila i catalani che hanno sfidato le cariche della polizia, le minacce del premier Rajoy, il parere negativo dell’Unione Europea sul referendum: il voto si è tenuto, e l’indipendentismo catalano ha vinto, con una percentuale vicina al 90%. Un plebiscito, con una affluenza alle urne superiore al 40% degli aventi diritto di voto, pari a oltre 2 milioni di catalani.

“Vuoi che la Catalogna diventi uno Stato indipendente sotto forma di Repubblica?” questo il testo del quesito referendario. Semplice, come il desiderio espresso dalla popolazione e dal Presidente della Catalogna Carles Puigdemont, che ora promette battaglia verso Madrid: l’Ansa riporta che, nei prossimi giorni, il “President” comunicherà i risultati del referendum al parlamento catalano. Lo stesso, nel giro di 48 ore, potrebbe proclamare l’indipendenza della regione, secondo la legge sul Referendum approvata in agosto e sospesa dalla Corte costituzionale spagnola.

Il referendum indipendentista è stato dichiarato illegale e la risposta dello Stato centrale non si è fatta attendere, con l’invio in Catalogna di oltre 10.000 soldati in tenuta antisommossa, per ostacolare il procedimento referendario, sigillando 319 seggi sparsi sul territorio. Stime riportano oltre 840 persone ferite, soprattutto a causa delle cariche della polizia spagnola, che ha anche sparato proiettili di gomma contro i votanti ed i manifestanti. Gli agenti della Guardia Civil centrale hanno manganellato indistintamente non solo donne, anziani e giovani, ma persino dei vigili del fuoco ed i Mossos de Esquadra (la polizia catalana) che si erano preposti a protezione dei votanti.

 

È una vergogna che accompagnerà per sempre l’immagine dello Stato spagnolo”, ha tuonato il Presidente catalano Puigdemont. “Dai tempi del franchismo non si vedeva una tale violenza di stato”, ha accusato il portavoce della Generalidad de Cataluna Jordi Turull.

Così come Rajoy ha risposto a Puigdemont affermando che “si è trattato di un voto senza regole”, anche il calcio ha risposto, ha modo suo: mentre il Barcellona rifilava un secco 3-0 al Las Palmas, con i 99.000 posti del Camp Nou deserti per motivi di ordine pubblico, ieri sera il Real Madrid ha sconfitto 2-0 la seconda squadra di Barcellona, l’Espanyol. In un tripudio di bandiere spagnole.

Lorenzo Capezzuoli Ranchi

Nato a Roma durante i mondiali di Italia ’90, è iscritto all'Ordine dei Giornalisti del Lazio, albo pubblicisti. Dopo una esperienza a New York, dove studia Broadcast Journalism alla New York Film Academy, torna nella Capitale per il Master in giornalismo della Lumsa. Estroverso, spigliato e gran chiacchierone, guarda al prossimo biennio col sorriso.