Romney stravince in Texas e si prepara per le presidenziali. Un dibattito al Centro Studi Americani

  1. Romney sarà il prossimo sfidante di Obama alle prossime presidenziali di novembre negli Stati Uniti. La sua vittoria nelle primarie in Texas ne ha sancito la candidatura. L’ex governatore del Massachussetts ha conquistato il 71% dei voti, secondo le stime di Fox News, del sito internet della Cnn e l’annuncio della Nbc. Per gli avversari scarso consenso: Ron Paul al 10% , Rick Santorum al 7% e quarto  Newt Gingrich con il 5%.                
    Le previsioni:“Vincerà Obama”. «La sensazione prevalente dei media americani è che Obama vincerà e Romney perderà» così Steve Clemons editorialista del famoso magazine americano Atlantic in occasione di un convegno organizzato dall’ambasciata americana e svoltosi proprio ieri al Centro Studi Americani sui possibili scenari che si potranno determinare nella prossima campagna per le presidenziali. Introdotta da Giuliano Amato e moderata da Monica Maggioni erano ospiti il sopracitato Steve Clemons, Roger Cohen, editorialista del New York Times e Massimo Teodori, professore di storia americana. La complessità dello scenario di queste elezioni è notevole e vi sono tantissime situazioni contestuali che devono essere considerate come «il rallentamento dell’attenzione europea verso gli Sati Uniti». Un rallentamento che, secondo Cohen, che potrebbe mettere a rischio un’eventuale vittoria di Obama il quale è «molto più vulnerabile di quanto si voglia far credere». Teodori ha sottolineato come «ciò che accadrà a livello economico negli ultimi mesi sarà determinante» perché gli americani non sono assolutamente convinti della bontà della gestione economica dell’attuale presidente.
    Le difficoltà di Obama. Il problema per Obama è essenzialmente uno: far crescere l’economia degli Stati Uniti proteggendo i risparmi del ceto medio. Un fallimento in questa prospettiva potrebbe costare caro alle elezioni nonostante il vantaggio rilevato nei diversi sondaggi.
    In casa Romney deve essere affrontato il problema degli ultraconservatori: essi non amano il vincitore delle primarie e portarli al voto sarà difficile, a meno che non si faccia un forte lavoro per rafforzare un sentimento anti-Obama che è un elemento molto presente in questo tipo di elettorato. Ovviamente questo lavoro deve essere fatto con molta discrezione. Tutti i relatori sono d’accordo nel sostenere che le elezioni americane si vincono al centro, ossia mediante il voto degli indipendenti. Qualora Romney mostrasse una tendenza eccessivamente estremista, questo elettorato potrebbe convergere su Obama.
    Ci si aspetta una campagna elettorale molto dura nei toni , dove Romney chiederà agli americani se stavano meglio quattro anni fa rispetto ad ora mentre Obama cercherà di far passare il suo avversario come l’uomo della finanza che affama il popolo. E visto che i sondaggi americani hanno un alto margine di fallibilità, la partita è tutta aperta.

 

Alessio Perigli