La Rai vince in tribunale. «Bruno Vespa è un lavoratore autonomo»

Bruno Vespa, il conduttore di Porta a Porta, è un lavoratore autonomo. A stabilirlo è una sentenza del Tribunale di Roma che esimela Raidal pagare circa due milioni di euro all’Inpgi, l’istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani.

 

Una decisione che crea polemiche.La Rai ha vinto in primo grado la causa contro l’Inpgi che aveva chiesto all’azienda di versare circa 2 milioni di euro per i contributi previdenziali e relative sanzioni dovuti come lavoratore subordinato da Bruno Vespa, ex direttore del Tg1 e conduttore del noto programma “Porta a Porta”. La sentenza è relativa al periodo compreso dal  1° settembre 2001 al 31 dicembre 2003, come emerso al termine di una lunga ispezione a Saxa Rubra.
Per il giudice della sezione lavoro del tribunale di Roma Paolo Mormile, Bruno Vespa è un lavoratore autonomo ed è quindi legittimo il versamento dei suoi contributi all’Inps e all’Enpals. Respinta, dunque, la richiesta dell’Inpgi che ha già presentato ricorso alla Corte d’Appello di Roma.

Dubbi da chiarire. Rimane comunque incerta la posizione di Vespa che per anni ha versato i contributi previdenziali all’Inpgi come lavoratore subordinato in veste di conduttore di Porta a Porta. Solo a partire dal 1° settembre 2001, il conduttore ha smesso di versare i contributi all’ente di previdenza dei giornalisti anche se ha continuato a condurre senza interruzioni lo stesso noto programma. I dubbi sullo status di lavoratore autonomo di Vespa sono demandati alla Corte d’appello.