epa07939035 US Attorney General William Barr attends a Cabinet Meeting at the White House in Washington, DC, USA, 21 October 2019. EPA/Yuri Gripas / POOL

Nuova inchiesta penale Usasul Russiagatecon le prove raccolte a Roma

Un'indiscrezione di Fox smentisce Conte Nel mirino i vertici Cia e NI nel 2016

“L’attorney general e il procuratore hanno raccolto nuove prove che allargano l’indagine”. La tv conservatrice Fox News contraddice il premier Giuseppe Conte: il segretario alla giustizia Usa William Barr e John Durham avrebbero ottenuto a Roma delle informazioni decisive sul Russiagate.

L’indiscrezione del media molto vicino a Donald Trump smentisce così il presidente del Consiglio italiano. “Non abbiamo fornito alcuna informazione riservata”, ha affermato in conferenza stampa dopo l’audizione al Copasir di mercoledì. Non si sa cosa abbia detto ai parlamentari (il resoconto è secretato – ndr), ma Conte ha dichiarato ai giornalisti di aver permesso un semplice “scambio di cortesie” con il governo alleato, tramite una “mera ricerca d’archivio”.

Ma oltreoceano ora si parla di prove tanto decisive da consentire all’amministrazione Trump di aprire un’inchiesta penale. Barr e Durham avrebbero infatti chiesto ai direttori di Dis, Aise e Aisi, chiarimenti sul ruolo di un agente Fbi di stanza a Roma nel 2016 e dei suoi rapporti con Joseph Mifsud, professore maltese della Link Campus University. Le informazioni ricevute dai due statunitensi, li avrebbero convinti “dell’opportunità di interrogare James Clapper e John Brennan, direttori della National Intelligence e della Cia durante l’amministrazione Obama”. “Rischiano l’incriminazione”, ha scritto invece Politico.

Per sapere cosa hanno saputo Barr e Durham nel corso delle loro visite nella capitale del 15 agosto e 27 settembre, bisognerà aspettare la pubblicazione del dossier del segretario della giustizia Usa. Pubblicazione che, stando a quanto riporta Fox News, è “imminente”.

È il secondo colpo di scena sul Russiagate dopo la visita del segretario Usa a Roma. Il primo, di qualche settimana fa, è stato il ritrovamento dei cellulari di Mifsud (l’uomo che ha fornito le mail di Hillary Clinton allo staff di Trump, scomparso nel 2017, ndr) da parte delle autorità di Washington. “Non li abbiamo forniti noi”, hanno dichiarato i nostri servizi dopo l’uscita della notizia.

Federico Marconi

Roma, 1993. Dopo la maturità scientifica abbandona i numeri per passare alle lettere: prima di approdare alla Lumsa studia storia contemporanea a La Sapienza e giornalismo alla Fondazione Basso. Ha prodotto un web-doc per ilfattoquotidiano.it e collabora con L’Espresso