Nuovo schiaffo a Trumpbloccato dalla magistratural'ordine contro i "Dreamers"

La giustizia americana salva (per ora) i figli degli immigrati illegali in USA

Nella lista delle sconfitte che la magistratura americana ha inflitto alla presidenza di Donald Trump, si aggiunge lo stop temporaneo alla decisione di mettere fine al programma che tutela i Dreamers, ossia le 800mila persone arrivate negli Stati Uniti da bambini con genitori immigrati illegali.

Il Deferred Action for Childhood Arrivals (DACA) era stato introdotto da Barack Obama nel 2012 e ha evitato che questi ex bambini, oggi adulti, lavoratori che regolarmente pagano le tasse, senza precedenti penali e completamente integrati nella società statunitense, siano esposti nuovamente, dopo marzo, al rischio di espulsione.

Trump ne aveva annunciato la fine a settembre, chiedendo al contempo al Congresso di trovare una soluzione legislativa entro il 5 marzo 2018, data in cui il programma avrebbe dovuto cessare ufficialmente di proteggere le 800mila persone interessate. L’immigrazione è stato uno dei punti più importanti della campagna elettorale del tycoon, e rimane uno dei temi a cui la sua base sembra più sensibile.

Con la decisione del giudice californiano tutto si ferma. Il giudice William Alsup di San Francisco ha ordinato all’amministrazione Trump di continuare ad applicare questo programma su tutto il territorio degli Stati Uniti. Il giudice ha ritenuto che l’opinione del ministero della Giustizia – secondo il quale il programma Daca, adottato durante il mandato del presidente democratico Barack Obama, è illegale – si basa “su un fondamento giuridico difettoso”.  L’amministrazione Trump, dunque, dovrà mantenere in piedi il DACA e il programma dovrà rimanere attivo finché non sarà sostituito, oppure fino a quando la decisione di Trump non verrà valutata da un giudice di grado più alto.

Il destino dei “sognatori” sarà affidato alla capacità di mediazione fra democratici e repubblicani. Sebbene il primo incontro fra i due partiti, tenutosi nelle ultime ore, sia stato ritenuto dal portavoce del presidente Usa, Sarah Sanders, “produttivo e di successo”, si fa sempre più chiara la materia di scambio: il futuro dei Dreamers per un finanziamento di 18 miliardi che consenta la costruzione del muro con il Messico, al quale i democratici si oppongono.

Simone Alliva

Laureato all'università Lumsa di Roma in Scienze dell’informazione, comunicazione e marketing, ha iniziato la professione da giornalista pubblicista nei giornali locali della Calabria. Passando nel 2013 al settimanale “L’Espresso”, dove si è occupato di cronaca politica e diritti civili.