epa08547003 (FILE) - People walk past an Apple logo at an Apple store in New York, New York, USA, 01 August 2018 (reissued 15 July 2020). The General Court of the European Union in Luxembourg announced on 15 July 2020 that it has annulled a 2016 decision taken by the Commission regarding the Irish tax rulings in favour of Apple. Europe's second-highest court said that Apple will not have to pay Ireland 13 billion euros in back taxes after winning an appeal. EPA/JUSTIN LANE *** Local Caption *** 54524957

Non furono aiuti di StatoL'Ue dà ragione ad Appleniente arretrati all'Irlanda

La Commissione chiedeva 13 miliardi tasse legate a profitti non statunitensi

Apple ha vinto ancora. Non pagherà nemmeno un centesimo dei 13 miliardi di tasse arretrate in Irlanda, come aveva richiesto la Commissione europea ipotizzando un accordo fiscale illegale. Il Tribunale europeo ha annullato la decisione di Bruxelles sui “tax ruling” irlandesi “perché la Commissione non è riuscita a dimostrare in modo giuridicamente adeguato – si legge nella sentenza – l’esistenza di un vantaggio anti-concorrenziale ai sensi dell’Articolo 107, paragrafo 1 (il riferimento è al Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, ndr)”. Inoltre “ha sbagliato a dichiarare che la Apple ha avuto un vantaggio selettivo e quindi, per estensione, un aiuto di Stato”.

Non è stata però una decisione semplice. Infatti, “nonostante il Tribunale si rammarichi della natura incompleta e talvolta inconsistente del tax ruling contestato, i difetti individuati non sono, da soli, sufficienti a provare l’esistenza di un vantaggio”.
A questo punto la Commissione può decidere di impugnare la sentenza in appello, limitato alla questione di diritto, davanti alla Corte di giustizia entro due mesi e dieci giorni dalla notifica della pronuncia del Tribunale.

La Commissione aveva adottato una decisione sul solco di due pronunce dell’Irish Revenue Authority, del 29 gennaio 1991 e del 23 maggio 2007, a favore di Apple Sales International e Apple Operations Europe: queste ultime sono state riconosciute come società di diritto irlandese, ma non residenti fiscali nell’isola. L’Irlanda gli ha consentito di non corrispondere alle rispettive filiali irlandesi le tasse derivanti dai profitti ottenuti dalle vendite fuori dal continente americano. Ed è rimasta ferma su questa decisione, dato che, dopo le richieste avanzate ad Apple dalla Commissione sui 13 miliardi di imposte da pagare, l’Irlanda stessa, che protegge il suo regime fiscale, si è rivolta al Tribunale per annullare questa decisione.

Nessun aiuto di stato, quindi, nessun vantaggio selettivo. Fino alla pronuncia definitiva della Corte di giustizia. “Accogliamo con favore la sentenza della corte europea”, ha dichiarato il ministero delle finanze irlandese, affermando che “non c’è mai stato alcun trattamento speciale” per Apple, tassato secondo le norme in vigore nel paese.
Intanto l’Unione Europea sta elaborando un nuovo piano contro l’evasione, mirato a colpire gli Stati membri con regimi da paradiso fiscale.

Laura Bonaiuti

Laura Bonaiuti è nata a Fiesole (Fi) nel 1992. La sua passione è il giornalismo in qualsiasi sua forma. Vuole raccontare storie su carta, online, in televisione, su youtube e potenzialmente dappertutto. Ha scritto, tra gli altri, per La Repubblica (cartaceo e online) e ha collaborato con il programma televisivo Matrix su Canale 5 a Roma, dove si è trasferita da agosto 2017. Fa parte della redazione del mensile cartaceo “The New’s Room”. Adesso è giornalista praticante presso LUMSA Master School dove studia nel biennio 2018-2020. Nel maggio 2015 ha pubblicato il romanzo “Se nessuno sa dove sei” con Edizioni Piemme e "Non c'è posto per me" nel gennaio 2020 con Giunti.