Nuovo vertice in programma tra Russia e Siria. Il ministro degli Affari Esteri russo, Sergej V. Lavrov, incontrerà a Mosca i rappresentati dell’opposizione siriana il prossimo venerdì.
Al centro dei colloqui le novità emerse negli ultimi due giorni ad Astana. Nella capitale del Kazakhstan hanno faticosamente preso il via i negoziati tra i delegati del presidente siriano Bashar al-Assad e i ribelli – sul cessate il fuoco in Siria. Un primo provvisorio accordo per un impegno comune a combattere l’Isis è stato raggiunto ieri con il sostegno di Russia, Iran e Turchia.
L’obiettivo degli incontri è stato quello di consolidare la tregua avviata il 30 dicembre 2016, così come cercare una soluzione politica globale al conflitto. Soluzione, però, da rilanciare nuovamente il prossimo 8 gennaio, a Ginevra, quando le tre potenze appoggeranno anche l’applicazione della risoluzione numero 2254 dell’Onu. Sebbene, per ora, né il governo di Damasco e né i rappresentanti dei ribelli, hanno confermato questi sviluppi.
A proposito degli accordi raggiunti, invece, il ministro degli Esteri kazako, Kairat Abdrakhmov, ha affermato: «È stata presa la decisione di stabilire un meccanismo trilaterale per sorvegliare e assicurare la completa attuazione del cessate il fuoco e per evitare ogni provocazione». Inoltre, Russia, Iran e Turchia si sono impegnate nell’ «utilizzare la loro influenza e nel ricorrere a misure concrete nei confronti di ciascuna parte». In sostanza, le tre grandi in questione «garantiranno la sovranità, l’indipendenza e l’unità territoriale siriana, nella sua forma di Stato multietnico e multireligioso, non confessionale e democratico».
Ogni potenza cercherà quindi di controllare la sua fazione. La Russia sorveglierà l’esercito regolare siriano. La Turchia, a sua volta, frenerà i ribelli che hanno aderito alla tregua. L’Iran, infine, controllerà le milizie sciite, un corpo che è quasi pari alle forze armate del presidente Bashar al-Assad.