Sport dimezzato, in fumo il 50% dei ricavi

Fare sport non è mai stato così difficile, soprattutto per chi gestisce un’attività nel settore. Con il decreto liquidità il governo ha stanziato 100 milioni di prestiti a tasso zero per le società dilettantistiche. Molte, però, sono a rischio. Esattamente il 30%, secondo il dossier della Lega Nazionale Dilettanti. Ma i numeri potrebbero essere anche più grandi.

“Ipotizzando due mesi di apertura (gennaio e febbraio), due mesi chiusi e otto di riavvio, prevediamo che il flusso economico scenda del 50% rispetto a quanto fatto nel 2019”, commenta Giampaolo Duregon, presidente dell’ANIF, Associazione Nazionale Impianti Fitness e Sport.

Roma tra le città più colpite per la chiusura degli impianti sportivi

Tra le città più colpite c’è Roma. A livello territoriale è la prima per numero di imprese sportive e palestre. In base all’ultima rilevazione dell’ISTAT, si concentra nella Capitale il 7,8% delle attività italiane legate al fitness e benessere (5.294). Inoltre sono presenti circa 300 associazione sportive. Al momento, per quelle che hanno in gestione strutture scolastiche, è stata prevista la sospensione dei canoni di locazione e delle utenze. Ma il provvedimento potrebbe non essere sufficiente.

Le associazioni chiedono di cancellare i canoni di locazione

“Sospendere non significa esentare”, commenta Nando Bonessio, commenta Nando Bonessio, presidente dei Verdi del Lazio e storico dirigente delle associazioni che gestiscono i Centri Sportivi Municipali. “Se le attività ripartono a settembre, ci troveremo a pagare il canone di quel mese più gli arretrati”. Con un problema. “Che le entrate del periodo in cui siamo stati chiusi sono pari a 0”, prosegue Bonessio. La richiesta che le associazioni rivolgono al Comune di Roma è di cancellare i canoni di locazione. “Almeno fino a dicembre”, indica il presidente dei Verdi nel Lazio, “com’è già accaduto a Napoli”. Il sindaco Luigi De Magistris ha infatti accolto l’esenzione dei canoni di locazione degli impianti sportivi pubblici fino al 31 dicembre. Una scelta per alcuni avventata.

“Altri comuni fanno pubblicità”, commenta Fabrizio Tassini, consigliere dei 5 stelle e vicepresidente della commissione sport al XII municipio di Roma, “perché in realtà stanno ancora cercando le coperture economiche”. Il problema principale riguarda le modalità con cui non far pagare i canoni. “Gli introiti sono già stati messi a bilancio all’inizio dell’anno. Se diciamo che non si paga il canone d’affitto, il Comune deve ricevere quei soldi in un’altra maniera. Ci sono due opzioni: variazione di bilancio o questi soldi devono arrivare da qualche altra parte, ad esempio sotto forma di contributi statali”.

C’è però anche un’altra possibilità. “È quella che i canoni pagati quest’anno, anche se non si è utilizzata la struttura, potrebbero essere poi non pagati l’anno successivo”, spiega Tassini. Si tratta però dell’ultima ipotesi. “Le associazioni hanno il problema adesso”. Soprattutto quelle che stanno ancora pagando i canoni di locazioni, perché sono in affitto presso strutture private.

“Stanno cercando di chiedere ai proprietari la sospensiva dei canoni di affitto”, commenta Simone Menichetti, segretario generale della Uisp Roma, “ma non sempre viene accordata”. E per questo la Uisp chiede elargizioni a fondo perduto a favore delle associazioni sportive. Ma l’urgenza di riaprire resta. “Se non si parte a settembre – indica Menichetti – molte associazione potrebbero non aprire più”.

Duregon, ANIF: “Anche gli sport di squadra possono ripartire”

Dal 4 maggio il governo potrebbe consentire di correre a piedi e in bici, ma solo individualmente. Nulla è previsto al momento per le palestre e le attività di gruppo. “Chiediamo di riaprire le strutture e di consentire tutti gli sport”, è la richiesta di Duregon, “non solo quelli individuali: per il calcio e le attività che prevedono un contatto si può fare preparazione fisica e atletica, oppure esercizi individuali. Sempre mantenendo le distanze”.

Il 15 marzo l’associazione ANIF, insieme a Confindustria, aveva approvato un protocollo con il parere dei virologi per svolgere l’attività sportiva distanziata. “Da quattro metri quadrati a persona che ogni utente deve avere secondo quanto previsto dal CONI”, indica Duregon, “si passerà a 6 e anche 9 metri. Sempre a seconda dell’attività, perché il respiro nelle attività di traslazione arriva più distante”. E gli spogliatoi? “Naturalmente anche lì andranno osservate le distanze”. Ma molti atleti potrebbero comunque non proseguire con l’attività sportiva.

La proposta del voucher di sostegno alle famiglie per la pratica sportiva

“Le famiglie con un i genitori disoccupati”, dice Bonessio, “penseranno come prima cosa a dare da mangiare ai figli. E si taglierà lo sport”. La proposta avanzata da Nando Bonessio è un voucher di sostegno alle famiglie per la pratica sportiva. “Duecento euro spendibili per lo sport. Si tratterebbe di aiuti le famiglie per far riprendere il mercato”. Duregon immagina voucher che convertano le quote versate dagli iscritti per il periodio in cui non hanno potuto fruire dei servizi. “Da spendere, però, 12 mesi dopo la riapertura. Perché? Perché se riapriamo e non abbiamo flusso economico, non riusciamo a pagare gli stipendi dei dipendenti”.

Istruttori sportivi a rischio 

Gli istruttori sportivi sono tra le categorie più a rischio. 1 milione tra dipendenti, partite Iva e collaboratori che sono senza lavoro. Il governo ha stanziato per loro 50 milioni. I fondi, però, sono disponibili solo per 83mila persone, a cui andranno 600 euro. Ma sono stati previsti solo per il mese di marzo; per il futuro non ci sono ancora provvedimenti. E le società non sanno come pagare i dipendenti, visto con che gli iscritti non stanno più versando le quote e molti utenti potrebbero abbandonare o cambiare sport.

Molte persone potrebbero abbandonare o cambiare sport

“Stiamo facendo gli allenamenti in video chat per non perdere i ragazzi”, dice l’istruttore Riccardo Carlini. E se si dovesse riprendere, gli sport di squadra saranno penalizzati. “Allenarsi tutto l’anno senza fare una partita è frustrante”, continua l’istruttore. “E questo può portare molte persone a cambiare sport. Perché il tennis o ginnastica artistica, ad esempio, potrebbero continuare regolarmente”.