Il Senato americanobanna Tik tokdai dispositivi governativi

Secondo Christopher Wray, direttore Fbi "Dietro TikTok si nasconde Pechino"

Torna al centro delle polemiche il social network cinese da quasi 4 miliardi di download. Negli Stati Uniti, infatti, il Senato ha ieri approvato all’unanimità il “No TikTok on Government Devices Act”, una legge che proibisce ai dipendenti federali di scaricare o usare l’app sui dispositivi governativi. Per entrare in vigore il provvedimento dovrà ottenere l’ok della Camera e, infine, la firma del presidente Joe Biden.

Il disegno di legge è stato preceduto dalla proposta bipartisan volta a mettere definitivamente al bando TikTok su scala nazionale. “TikTok raccoglie dati su decine di milioni di bambini e adulti americani ogni giorno”, ha dichiarato uno dei promotori del disegno di legge, il senatore della Florida Marco Rubio. Il documento prevede anche lo stop a tutte le transazioni negli Usa poste in essere da compagnie social basate o influenzate da paesi come Cina, Iran, Corea del nord e Venezuela. Il direttore dell’Fbi Christopher Wray ha recentemente spiegato che Tiktok potrebbe essere utilizzata da Pechino per influenzare gli Stati Uniti.

Lanciato nel 2016 col nome “musical.ly”, TikTok è un social network in cui gli utenti caricano brevi clip corredate da musica, suoni o voci da doppiare. I video vengono proposti sulla base di un algoritmo che analizza gli interessi e le preferenze manifestate durante l’utilizzo. Nel 2022 occupa il primo posto tra le app più scaricate al mondo ed è utilizzata da due terzi degli adolescenti americani.

Non è la prima volta, del resto, che TikTok finisce nell’occhio del ciclone. Nel luglio del 2020, infatti, il gruppo di hacktivisti Anonymous aveva identificato l’app in questione come un malware utilizzato dal governo cinese per operazioni di spionaggio di massa. Nello stesso anno il governo indiano ha bandito l’applicazione perché considerata una minaccia alla sovranità e alla sicurezza nazionale.

Riguardo gli States, TikTok era già finita nel mirino dell’amministrazione Trump, il quale aveva preteso che l’app fosse acquisita dal colosso americano Microsoft. Al momento sono ancora in corso le trattative tra il governo americano e ByteDance, il colosso cinese che aveva acquistato l’app nel 2017 per un miliardo di dollari.

Foto di Solen Feyissa su Unsplash

Niccolò Maurelli

Laureato in scienze politiche e relazioni internazionali, grande appassionato di calcio e Formula 1. Cultura e sport sono gli ambiti che preferisco: quando sarò giornalista professionista, mi piacerebbe seguire i più grandi eventi sportivi internazionali.